Sanità, i sindacati alzano la voce: «Basta promesse, ora servono fatti»
Cgil, Cisl e Uil chiedono l’immediata attuazione del Protocollo firmato con la Regione: «La sanità pubblica è un diritto, non un privilegio»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
A poco più di due mesi dalla firma del Protocollo sulla sanità tra Regione e sindacati, la pazienza sembra esaurirsi. In un incontro unitario tenutosi a Tramatza, Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato un appello – che suona più come un ultimatum – alla Giunta regionale guidata da Alessandra Todde: «Basta attese, ora servono atti concreti».
I segretari regionali Fausto Durante (Cgil), Pier Luigi Ledda (Cisl) e Fulvia Murru (Uil) parlano senza giri di parole: «Abbiamo firmato quel Protocollo con senso di responsabilità, convinti che possa rappresentare un vero cambio di passo. Ma se a ottobre non ci saranno segnali chiari e misurabili, l’accordo rischia di restare lettera morta».
Sottoscritto lo scorso 4 agosto con la presidente della Regione e l’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi, il documento stabiliva un percorso di riforma e potenziamento del sistema sanitario sardo, attraverso un metodo “partecipato e condiviso”.
Ma per i sindacati, da allora si è visto ben poco. «Non servono nuove promesse – hanno detto i segretari – serve attuare ciò che è già stato concordato».
Le richieste sindacali riguardano il personale e i servizi. La piattaforma rivendicativa prevede un piano straordinario di assunzioni con fabbisogni triennali chiari, concorsi snelli, incentivi per le sedi periferiche e la stabilizzazione del personale precario.
A questo si aggiungono richieste su più fronti: appalti di qualità, l’attivazione immediata di Case e Ospedali di Comunità, il potenziamento dell’assistenza domiciliare e della telemedicina, il rilancio del Fascicolo Sanitario Elettronico e la ridefinizione del sistema di prenotazione Cup, in linea con le nuove linee guida.
Sul piano politico, i sindacati chiedono anche una presenza stabile nelle conferenze socio-sanitarie territoriali, per garantire una rappresentanza continua e competente dei lavoratori nel processo decisionale.
Durante l’incontro di Tramatza è stato indicato anche un cronoprogramma stringente.
Entro ottobre dovranno essere attivati i tavoli in tutte le aziende sanitarie – Ares, Asl, Aou, Areus. A novembre è attesa una prima verifica degli impegni con la Regione. E prima della fine dell’anno dovranno essere firmati gli accordi sugli appalti e avviato un cruscotto unico di monitoraggio sui cantieri Pnrr e sul processo di stabilizzazione del personale.
«Per dare seguito agli impegni del Protocollo – hanno ribadito Durante, Ledda e Murru – servono metodo, responsabilità e attuazione. Senza questi elementi, non si costruisce una sanità pubblica efficace e giusta. La sanità non è un privilegio, è un diritto. E in Sardegna oggi questo diritto è ancora troppo spesso negato».
(Unioneonline/Fr.Me.)