«Mi sono accorta di essere incinta solo quando l’ho sentito muoversi nella pancia. Sarei stata solo incosciente e egoista a tenere un bambino in questa situazione». Ha un volto adesso Sabrina, la ragazza di 23 anni nata in un centro del Cagliaritano da cui era scappata con il fidanzato Michael, di 30: dopo un viaggio in Germania, dove hanno trovato e perso il lavoro finendo nei guai, e una tappa ad Amsterdam, dove hanno smarrito  documenti e telefono, i due sono arrivati a Milano. Qui hanno iniziato a vivere in strada, alla stazione di San Donato.

E dentro una tenda, in un luogo dove la sveglia è data dal passaggio della macchina che pulisce l’asfalto, il 2 dicembre è nato il loro bambino, dopo un travaglio di 15 ore: lei non lo ha riconosciuto, lo ha lasciato in ospedale, dove era stata portata dopo il parto. E ai microfoni delle Iene ha deciso, con il compagno, di raccontare la sua storia. 

Lui lavorava in Germania. Sei anni fa era tornato in Sardegna per lei, in un paese piccolo: «Volevamo andarcene dalla Sardegna, non  perché stessimo male», dicono, «ma eravamo controllati dagli amici della famiglia. Tutti sapevano sempre quello che facevamo, in ogni momento». 

Così quando l’ex datore di lavoro di Michael lo ha contattato dalla Germania, per un posto da pizzaiolo, sono partiti entrambi. Sembrava la svolta. Andavano verso il precipizio. L’attività è stata chiusa per l’epidemia di Covid. E entrambi sono rimasti senza lavoro. Superato il contagio, nessuno li ha richiamati. Sono finiti in un dormitorio: «A me proponevano 50 euro...», dice Sabrina, sottintendendo che le venissero offerto soldi in cambio di sesso. Non hanno trovato più un posto. E dopo varie peripezie sono stati espulsi dalla Germania. Sono approdati ad Amsterdam: «Ci hanno rubato tutto: documenti e telefono», racconta ancora la ragazza. Le famiglie però non li avevano ripudiati: «Nascondevamo la nostra situazione, non potevamo ammettere di aver sbagliato tutto». 

Il rientro in Italia passa da Milano. Qui prosegue la vita da clochard. Stravolta, se possibile ancora, dalla gravidanza: «Non mi sono accorta di nulla perché il ciclo non mi viene da anni. Altrimenti avrei fatto ricorso all’Ivg». Ossia all’aborto. Invece il piccolo viene alla luce. E la loro storia passa dalla cronaca locale a quella nazionale. Ne parla tutta Italia. 

Ora le Iene, attraverso l’inviata Roberta Rei, hanno fatto avere ai ragazzi nuovi documenti e un lavoro di aiuto pizzaiolo per Michael.  Ripuliti e pettinati, sono stati consegnati al loro nuovo destino. Lontano dalla Sardegna. 

(Unioneonline/E.Fr.)

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