"Vado a cercare funghi".

Quel mattino del 16 ottobre 2004, a Uta, Gimiliano Angioni era uscito di casa dicendo queste parole alla moglie e al figlio.

Da quel momento, di lui, nessuna traccia.

Le ricerche erano proseguite per un'intera settimana tra le montagne di Santadi: poi la resa. Ufficialmente dichiarato morto nel 2014, anche se il cadavere non è mai stato ritrovato.

Un dolore difficile da superare per la moglie Palmira Manca, che dopo la tragedia si è piano piano ritirata arrivando due anni fa a vendere anche il piccolo market che gestiva personalmente, e per il figlio, Mauro.

La famiglia è doppiamente segnata da questa vicenda: ha dovuto sopportare anche le malelingue: "Gimiliano non è scomparso, è scappato con un'altra donna".

Dicerie, menzogne, secondo i carabinieri che hanno aperto un'inchiesta chiusa proprio con la dichiarazione di morte presunta dell'infermiere in pensione. La verità è un'altra, banale e tragica: il 16 ottobre 2004 Angioni si era avventurato alla ricerca di funghi tra i monti di Santadi, insieme a un amico.

Poi si è perso, tra i monti. Solo la sua auto fu ritrovata, in un piazzale della località "Giommaria".

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