Interprete di un mestiere che va scomparendo, e donna. Se avesse usato il dialetto isilese probabilmente si sarebbe definita sa sabattera : «Ma non so - dice - se esiste la versione femminile di questo nome».

Aurora Angius, 35 anni, è la ciabattina del paese ma anche del circondario.

Dopo anni anni di lavoro fuori dalla Sardegna e dall'Italia, ha deciso che il suo posto era a Isili, paese che dice di amare profondamente. Ma per vivere a Isili ti devi per forza inventare qualcosa. Così l'idea, la folgorazione: imparare l'arte dallo zio Toto, il calzolaio del paese ormai prossimo alla pensione.

«Non ci credeva che ce l'avrei fatta», dice Aurora: «E invece dopo una settimana ha capito che facevo sul serio».

Sa sabattera non fa solo tacchi e suole ma ha dato un nuovo impulso alla sua attività realizzando borse, borsellini, cinture e tanti altri lavori anche su richiesta.

«Devo dividermi - aggiunge - fra i lavori di routine e la produzione ne risente, ma sono proprio is acconciusu , le riparazioni, che danno da mangiare».
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