Tutti aspettavano il botto, è arrivato il “pacco": non si è presentato nessuno a far brillare la bomba (o presunta tale) trovata in mare a un metro e mezzo di profondità, davanti alla spiaggia di Cala Cipolla, in territorio di Domus de Maria

Lo specchio d’acqua di questo piccolo paradiso del sud ovest della Sardegna è interdetto alla balneazione e alla navigazione da venerdì scorso, quando la Capitaneria ha emanato un avviso di rinvenimento di un ordigno bellico dopo la segnalazione di un bagnante. La comunicazione è stata inviata al Comune. E la sindaca Concetta Spada ha firmato un’ordinanza: alla zona a rischio non ci si può avvicinare nemmeno a piedi, chiusa anche la strada che porta al faro di Capo Spartivento. Il primo giorno tutti i frequentatori sono stati sgomberati. 

L’area è stata recintata e sono stati piazzati dei cartelli. Solo che c’era chi continuava a entrare in spiaggia per fare il bagno: è stato necessario schierare gli agenti della polizia locale per presidiare i varchi ed evitare che qualcuno si mettesse in pericolo. 

Un sacrificio, per un’amministrazione a organici ridotti come quella di Domus de Maria. Ed era stato messo nel conto che oggi tutto sarebbe finito, perché così era stato comunicato. 

«Eravamo a Cala Cipolla, questa mattina, come concordato», spiega Spada, «ma non è venuto nessuno per il brillamento. E se non avessimo telefonato noi, a destra e sinistra, staremmo ancora aspettando lì». La data per il brillamento era stata comunicata "per le vie brevi”, come si dice quando non ci sono comunicazioni ufficiali. Non è stata rispettata.

A intervenire dovrebbe essere lo Sdai della Marina, ossia gli artificieri: dovrebbero anche dire se si tratta di un ordigno della seconda guerra mondiale oppure di qualche armamento sfuggito al controllo in occasione di esercitazioni militari. 

 «Solo in serata  siamo riusciti a parlare con l’ufficio giusto», sottolinea la prima cittadina. Risposte certe? No: «Ci è stato detto che non sanno quando potranno intervenire». Intanto Cala Cipolla resta area interdetta. Come il poligono di Capo Teulada poco lontano, dove si ricomincia a sparare dal prossimo primo ottobre. 

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