Sono passati tre anni da quando il suo Lorenzo se n’è andato a soli 12 anni, in un giorno d’estate, dopo essere stato falciato da un camion mentre aspettava il pullman alla fermata, in via Dell’Autonomia Regionale Sarda a Quartu Sant’Elena.

Aveva lottato per otto mesi, in coma, prima di arrendersi in un letto di ospedale a Como. Adesso la mamma, Marta Ibba, 41 anni, va nelle scuole a raccontare di quel giorno, di quei momenti drammatici impressi nella mente, «perché», dice, «anche partendo da un fatto così atroce si può parlare di vita».

Il progetto ha già coinvolto numerosi istituti, sia a Quartu che a Cagliari. «Parlo con i ragazzi di consapevolezza e giustizia» dice la mamma coraggio, «perché questi ragazzi devono diventare cittadini attivi. Racconto cosa mi è successo e come ho ribaltato il dolore portandolo nel sociale». ù

Racconta l’esperienza di Lorenzo, «che è stato investito e soccorso soltanto dopo lunghissimi 13 minuti». Lorenzo che forse avrebbe potuto salvarsi, «ma che adesso non c’è più. I ragazzi restano zitti o piangono e fanno domande». Marta Ibba è una mamma coraggio che dopo la morte del piccolo Lorenzo aveva creato un centro sportivo dove i ragazzi andavano in canoa, proprio come faceva lui. «Poi abbiamo dovuto chiudere per i costi troppo alti dell’affitto. Abbiamo la speranza di riaprirlo presto».
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