A Monastir un murale in memoria di Manuela Murgia e contro la violenza sulle donne. 

L’opera è stata realizzata da Manu Invisible, con la partecipazione simbolica delle sorelle e del fratello della sedicenne cagliaritana che a febbraio del 1995 venne trovata priva di vita nel canyon di Tuvixeddu.

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Una vicenda che venne liquidata come un suicidio sulla quale adesso la Procura indaga per omicidio, con l’ex fidanzato della ragazza, Enrico Astero, oggi cinquantaquattrenne,  iscritto nel registro degli indagati dopo 30 anni. Il 7 luglio verranno effettuati degli esami irripetibili sui vestiti che la vittima indossava il giorno della sua morte, a caccia del Dna del possibile assassino. 

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In attesa dell’evoluzione del filone giudiziario, i familiari di Manuela Murgia – come hanno sempre fatto – tengono alta l’attenzione su una storia che era stata dimenticata. 

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Accanto alla rappresentazione del volto della ragazza, tra le farfalle, sul murale si legge: “Per la libertà che le avete negato. Per la bocca che le avete tappato. Per la vita che le avete spezzato. In memoria di Manuela Murgia e di tutte le donne vittime di violenza”. 

Enrico Fresu 

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