Il Ministero: «Nel carcere di Uta arrivano 92 detenuti al 41 bis, preparatevi»
Lettera del capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria a tutti gli enti cagliaritani: presto i mafiosi. Cugliara (Fials): «Decisione con pesante impatto sul sistema sanitario allo stremo, fermatevi»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Adesso è ufficiale, lo scrive anche il Ministero della Giustizia: nel carcere di Uta apre il braccio del 41 bis. Ospiterà 92 mafiosi. L’inaugurazione è «prossima» e il dicastero si riserva di «comunicare la data effettiva». Ma la nota inviata a tutti gli enti interessati è chiara: «Preparativi, ognuno per la sua competenza».
I destinatari della lettera inviata dal direttore generale del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Ernesto Napolillo, sono: i presidenti del Tribunale di sorveglianza e del Tribunale di Cagliari, il procuratore della Repubblica, il prefetto, il questore, il comandante provinciale dei carabinieri, il procuratore nazionale Antimafia di Roma, il provveditore dell’amministrazione penitenziaria regionale e il direttore generale della Asl.
La missiva è inviata «per doverosa notizia, anche in termini di garanzia della sicurezza pubblica, nonché per l’eventuale adeguamento delle singole funzioni di competenza».
Paolo Cugliara, sindacalista Fials Cagliari
Ed è su una di queste, la sanitaria, che arriva il grido di allarme del segretario provinciale della Fials, Paolo Cugliara: «In Sardegna non ci sono medici e mancano gli infermieri. Eppure con l’arrivo di questa vagonata di mafiosi sarà necessario garantire anche l’assistenza sanitaria: gli infermieri che lavorano nei penitenziari sono già allo stremo, ovviamente sotto organico», sottolinea il sindacalista, «e vogliono caricare un sistema già al collasso con responsabilità su detenuti di massima pericolosità?».
Ulteriore perplessità di Cugliara: «Il repartino del Santissima Trinità dedicato ai detenuti: si è parlato di una sua riattivazione. Siamo sicuri, e la domanda è retorica, che sia in grado di poter ospitare mafiosi, con tutto quello che comporta la loro presenza in termini di necessità di sicurezza?».
Cugliara fa un appello «alla Regione, alla sua presidente: si attivi per garantire che il sistema sanitario sardo non debba soffrire ulteriormente a causa dell’invio in Sardegna di mafiosi, imposto da uno Stato che vede la Sardegna lontana».