Una distesa di rifiuti, pneumatici abbandonati, scarti edili e plastica ovunque. È questo lo scenario che si presenta agli occhi di chi percorre la strada secondaria che collega la statale 554 a via Castelsardo, passando per via Tabarca, nel territorio comunale di Quartucciu.

Un paesaggio desolante, dove l’incuria e l’abbandono sembrano avere la meglio, tanto da rendere irriconoscibili aree un tempo produttive o abitate.

contentid/c2f4484a-7e19-443d-a52b-ec0aff1b1367
contentid/c2f4484a-7e19-443d-a52b-ec0aff1b1367

Lungo la via, un terreno che un tempo ospitava un’attività di demolizione auto è oggi trasformato in una discarica a cielo aperto. Proprio accanto, un uliveto secolare, ora ridotto a terra di nessuno, è diventato punto di scarico abusivo, soprattutto nelle ore notturne.

contentid/b367d3cc-056c-41dd-af01-9df9046fe889
contentid/b367d3cc-056c-41dd-af01-9df9046fe889

Secondo i residenti, il sito, che confina con il rio Is Cungiaus, viene frequentato da mezzi sospetti e persone edite allo scarico illegale di materiali inerti, aggravando una situazione ambientale già critica. Un luogo che di notte si trasforma in una vera e propria “zona franca” del degrado.

contentid/4420358d-1b47-4af8-8a51-32e2e7a4e5a6
contentid/4420358d-1b47-4af8-8a51-32e2e7a4e5a6

Ma non tutto è perduto. In mezzo “all’aliga” – termine sardo ormai usato per indicare genericamente la spazzatura – crescono segnali di speranza e resistenza civile. In via Ottana e via Tabarca, alcuni residenti, esasperati dalla presenza di tossicodipendenti e malintenzionati, hanno deciso di agire autonomamente.

contentid/2340ed41-317b-481b-8076-b16760c2176b
contentid/2340ed41-317b-481b-8076-b16760c2176b

Nascono così i “giardini autarchici”, piccoli spazi verdi creati dal basso, senza aiuti istituzionali.

contentid/756613b8-e004-464a-9577-87b244e233d8
contentid/756613b8-e004-464a-9577-87b244e233d8

I cittadini, armati di buona volontà, hanno ripulito le aree e piantato aloe, agavi, fichi d’India, mandorli, portulaca e altre specie resistenti al clima arido, trasformando spiazzi abbandonati e polverosi in orti urbani e giardini comunitari fruibili da tutti. «Per adesso, lo curo io – precisa Angelo Pili, residente in via Tabarca –. Mi piacerebbe che, anche a Quartucciu, come in altre città, ci siano più orti e giardini condivisi. È chiaro che il Comune dovrebbe essere il soggetto attivo. In ogni caso il terreno, era di un proprietario, ora penso che appartenga proprio al Comune». 

contentid/f2452708-2ada-4bc3-956f-64abbbda8897
contentid/f2452708-2ada-4bc3-956f-64abbbda8897

Un bell’esempio di cittadinanza attiva che contrasta il degrado con il verde e il senso civico. Ma resta forte da parte dei cittadini la richiesta di un intervento strutturale da parte del Comune, per bonificare le aree compromesse e restituire decoro e sicurezza a un territorio che loro vedono sempre più abbandonato.

© Riproduzione riservata