Acquisire l’area in cui sorgeva la chiesetta consacrata a Santu Miali, portare avanti grazie all’Università di Cagliari una campagna di scavo archeologico, e valorizzare dal punto di vista storico, religioso, culturale e turistico “Punta sa cresia”: il Comune di Pula punta al rilancio dell’antico eremo di Monti Santu. Dopo il sopralluogo effettuato dai rappresentanti del Comune, della Fondazione Pula cultura diffusa, dall’associazione Trinis, e dagli esperti in Archeologia cristiana, tardoantica e medioevale Rossana Martorelli e Marco Muresu, l’amministrazione comunale è decisa a ridare vita alle vestigia della chiesetta eretta attorno al 1300.

«I cammini religiosi stanno acquisendo un’importanza crescente sia dal punto di vista culturale che turistico», spiega il sindaco, Walter Cabasino. «Siamo convinti che la chiesetta di Santu Miali abbia tutte le potenzialità per avvicinare pellegrini ed escursionisti. L’area appartiene a tre privati, ma siamo al lavoro per trovare un accordo e poi stipulare una convenzione con l’Università di Cagliari per una campagna di scavo lì attorno: oltre a ciò che rimane della chiesetta, sono presenti i resti di una cisterna, che dimostrano come quella zona, abitata dai frati, fosse crocevia di viandanti».

Angelo Tolu, vicepresidente della Fondazione Pula cultura diffusa, si concentra sull’importanza turistica che potrebbe rivestire Punta sa cresia: «In chiave turistica si è sempre pensato a valorizzare le spiagge di Pula, ma anche le nostre montagne sono in grado di offrire ai visitatori esperienze uniche. La vista dalla chiesa di Santu Miali è mozzafiato: quest’eremo potrebbe avvicinare tanti appassionati della montagna».

Augusto Porceddu, consigliere della Fondazione, si è impegnato attivamente per portare gli archeologi sin lassù per vedere le potenzialità del sito: «La ricognizione eseguita dagli esperti ha dimostrato che vale la pena approfondire il discorso per scoprire quali segreti si nascondano dietro i resti dell’antica chiesetta. Sulle sue origini non esiste una sua documentazione specifica, si presume fosse stata eretta nella metà del 1300: della chiesetta di Santu Miali hanno parlato anche il canonico Giovanni Fara, e il dizionario Angius-Casalis: una delle sue particolarità è che si ritrovano gli stessi materiali in arenaria utilizzati a Nora».

Paolo Olla, presidente dell’associazione Trinis, che lo scorso anno ha organizzato una visita guidata alla scoperta del sito, spiega come riportare in auge il culto dedicato all’Arcangelo equivalga a riappropriarsi di un pezzo della storia di Pula: «Quella chiesa, accanto alla quale sorgeva anche un piccolo cimitero, ha un valore inestimabile. Come volontari siamo pronti a ripulire il sito, oggi limitato dalla vegetazione».

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