L’incontro è avvenuto nell’ufficio del sindaco di Donori Maurizio Meloni. «Mi ha chiesto scusa per il furto di verdura nella mia azienda agricola, ho visto nei suoi occhi il dispiacere, il pentimento, la sincerità». Pierpaolo Melis, 56 anni, contadino di Donori, è uscito dal Municipio e si è presentato nella caserma dei carabinieri: «Ho ritirato la denuncia: quel mio compaesano ha sbagliato e sono sicuro che non lo farà più. Probabilmente si trovava in un momento personale difficile e non ha realizzato quello che stava facendo. Fattu fattu, mi ero rivolto alla giustizia (QUI LA NOTIZIA) non tanto contro quell’uomo di 62 anni che conosco bene, da ragazzi lavoravamo insieme fianco a fianco come operai agricoli, ma perché sono esasperato e deluso dalla situazione».

Quale?

«I continui furti che subisco nella mia azienda».

Da quando?

«Negli ultimi anni sono aumentati moltissimo. Spariscono angurie, verdura, pomodori, zucchine, di continuo. Un grave danno per chi vive di questo. A Donori ci conosciamo tutti, non nego di avere sospetti su qualcuno dei miei compaesani, non immaginavo che tra i ladruncoli potesse esserci quell’uomo di 62 anni che ha uno stipendio fisso. Ha sbagliato e sicuramente non è lui che raccoglieva spesso quel che la mia famiglia ed io seminiamo ogni anno».

Lei tiene molto alla sua azienda. «Sì, per me è una seconda opportunità che la vita mi ha concesso. Lavoravo come trattorista in una azienda agricola, ho avuto dei malori, mi sono ritrovato dal sistema considerato invalido e disoccupato dall’oggi al domani. Era il 2008, avevo 40 anni e una famiglia da mantenere. Uno specialista ha capito qual era la mia patologia, una forma lieve di epilessia, e ha trovato la cura. Sono guarito e mi sono guardato intorno: ho preso un mutuo per allargare la nostra azienda su quei terreni oggi depredati dai ladri, sto mandando avanti l’attività con l’aiuto di mia moglie, non posso sopportare che questo sacrificio venga vanificato dai ladri. E non solo».

Non solo?

«Ci sono anche i cinghiali, che scavano la terra vicino ai gocciolatoi alla ricerca di vermi o lumache: ci hanno devastato la coltura di angurie, un intero raccolto distrutto. Altri danni».

I furti in campagna?

«Ci siamo organizzato tra vicini per prevenirli: se qualcuno vede movimenti sospetti, avvisa gli altri. Così è stato l’altra domenica quando un amico tra trovato tra i filari di pomodori quel compaesano e l’ha fermato».

Poi il suo perdono. Dal grande valore.

«Guardi, noi siamo una piccola comunità, mi piace pensare di vivere in una grande famiglia. Per questo non sopporto i furti e in un attimo di delusione, forse di esasperazione, avevo denunciato il compaesano. Spero che possa essere di lezione, sia la denuncia, sia il fatto che l’abbia ritirata dopo le scuse e il pentimento del compaesano. Se qualcuno ha bisogno, bussi alla casa del vicino, non lo derubi. Le porte nelle case di Donori sono sempre aperte per chi è in difficoltà». 

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