Il carcere di Uta esplode: 742 detenuti ma i posti sono solo 561
Tasso di occupazione del 132%, Caligaris (Sdr): «Vivere in quattro in celle destinate a due persone significa creare condizioni di costante tensione»Il carcere di Uta esplode: i detenuti sono 742, con un tasso di occupazione delle celle del 132%. «Erano 701 il 31 agosto, oltre il limite regolamentare dei 561 posti teoricamente disponibili. Il conteggio odierno lascia senza parole. In quell’istituto la detenzione non può rispettare i canoni del trattamento, è prevalentemente custodiale e i problemi si moltiplicano quotidianamente».
La denuncia è di Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione culturale “Socialismo Diritti Riforme” che osserva: «Vivere in quattro in celle destinate a due persone significa creare condizioni di costante tensione che sfociano, spesso, in atti aggressivi o di autolesionismo».
nel penitenziario Ettore Scalas «si registra la presenza di un alto numero di persone con gravi problematiche psicosociali, tossicodipendenze e disturbi psichiatrici. A complicare il quadro un’alta percentuale di stranieri (23,3%) prevalentemente extracomunitari, molti dei quali provenienti da altri Istituti della Penisola», ricorda Caligaris.
Sotto la lente anche un altro istituto, quello sassarese di Bancali, «dove la situazione è problematica. Lì, secondo i dati ministeriali, si trovano 521 detenuti per 454 posti (24 donne) pari al 114% di affollamento (90 al 41bis e 161 stranieri – 30.9%)».
La Sardegna, secondo la presidente di Sdr, «continua a non essere presa nella dovuta considerazione dal Ministero e dal Dap, se non per i trasferimenti da altri Istituti della Penisola. L’aspetto più importante è quello di un provveditore regionale Mario Antonio Galati che svolge il suo importante ruolo tra Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta e Sardegna: è evidente che nell’Isola il Ministero ha il dovere di assegnare l’incarico a chi ha le competenze, le conoscenze territoriali e le qualità per gestire al meglio gli istituti».
(Unioneonline/E.Fr.)