Elmas, via Don Sturzo numero 3. Il civico che si affaccia sulla pista ciclabile induce a pensare che dietro al cancello scorrevole ci sia una casa. Invece il 70enne Bruno Dessì, da ben 25 anni, vive in un container.

Nozze d'argento con il degrado, il caldo, la convivenza con i ratti e le blatte, sempre nella speranza, per ora delusa, di avere una casa. «Non ci sarebbero problemi – dice - se la mia umile dimora fosse quantomeno dignitosa, sicura e vivibile».

Sono due i container all'interno dell'area sportiva dalla quale sono separati dalle inferriate. Ciascuno è diviso in due da un pannello sottile sottile, al loro interno vivono quattro famiglie: «Io abito con un amico di 58 anni, attualmente ricoverato, e con un cane di 21 anni. Tutti e tre soffriamo di varie patologie. Io ho il diabete e soffro d'ansia, il mio coinquilino ha la sacca per la stomia, il cane è vecchio».

I container, dismessi negli anni Novanta dall'aeroporto militare di Decimomannu dove venivano utilizzati come officine, depositi di materiali o spogliatoi, 25 anni fa erano stati destinati "provvisoriamente" alle famiglie rimaste senza casa dopo l'alluvione.

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