Sgomento nel carcere di Uta per la morte di un detenuto, avvenuta nel sonno.

L’uomo, 53 anni, stava scontando una lunga pena e più volte era stato inviato in ospedale per accertamenti diagnostici ma aveva spesso rifiutato il ricovero. Il decesso è avvenuto nella notte, probabilmente per un arresto cardiaco, e la notizia è stata diffusa questa mattina.

Quanto accaduto, commenta Marco Porcu, direttore della casa circondariale, «è sempre un motivo di grande dispiacere anche quando ciò avviene senza alcuna possibilità di un intervento risolutore».

La tragedia, aggiunge Maria Grazia Caligaris, dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, «riporta l’attenzione su un problema di efficienza della sanità penitenziaria soprattutto in questo periodo quando l’intero sistema sanitario in Sardegna mostra tutti i suoi limiti. Gli aspetti più problematici riguardano i detenuti con problemi psichici e tossicodipendenze la cui permanenza dietro le sbarre è molto difficile da gestire, se non addirittura impossibile quando si tratta di condizioni di vera e propria incompatibilità con la perdita della libertà. Al di là del singolo caso, anche con scelte personali discutibili, ovviamente devono essere rafforzati gli strumenti per garantire le cure. Per questo SDR rivolge un appello all’assessore regionale della Sanità Doria per una maggiore attenzione e assume l’impegno di promuovere un incontro sul tema per esaminare gli aspetti della salute in tutti gli Istituti sardi».

(Unioneonline/s.s.)

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