Condannato a otto mesi di reclusione per le minacce urlate agli occupanti di un'altra barca sulla quale aveva cercato di salire dopo un litigio, finendo con l'essere invece buttato a mare, ma assolto dalla pesante accusa di naufragio colposo e da quella di falso.

Si è chiuso così, ieri, il processo al cagliaritano Alessandro Viotti, 60 anni, mandato a processo dopo un rocambolesco episodio avvenuto nelle acque di Villasimius il 1 settembre 2018.

Erano diventate virali le immagini riprese dal telefonino: mostravano Viotti che, sul suo gommone, aveva prima inseguito una barca da diving, poi tentato un arrembaggio conclusosi con una spinta che l'aveva fatto finire in mare, mentre la sua imbarcazione andava alla deriva davanti all'Isola dei Cavoli.

Da comandante del gommone, secondo la Procura, il sessantenne era imputato di aver effettuato una manovra impropria di avvicinamento all'altra imbarcazione, provocando un urto del tubolare e il conseguente sgonfiamento. Da qui la pesante contestazione di naufragio colposo, dalla quale ieri è stato però assolto.

Condannato invece a 8 mesi per le minacce al comandante e gli altri passeggeri della barca da diving (nessuno dei quali si è poi costituito parte civile). Impugnando un remo, nel tentativo di salire a bordo, aveva urlato loro: "Vi ammazzo tutti".

Francesco Pinna
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