Ancora in fin di vita il custode pestato a Pula. Le sorelle: "Non ha nemici"
«Non sappiamo cosa pensare. Soltanto nostro fratello sa cos'è successo, ma non è in grado di parlare».
Ospedale Brotzu, dietro la porta che segna il confine tra la sala d'aspetto e il reparto di Rianimazione, il silenzio è assoluto, l'ingresso vietato per chi non è parente. Le tre sorelle di Tommaso Deiana, il sessantunenne trovato in fin di vita lunedì mattina, nell'azienda agricola in cui lavorava come custode, hanno lo sguardo perso nel vuoto. La più grande piange, tiene gli occhi fissi sul pavimento, sembra cercare risposte, che tardano ad arrivare. «I carabinieri non ci dicono nulla, i medici nemmeno. Quanto capitato è inspiegabile, assurdo».
"Per ciò che sappiamo noi non aveva nemmeno nemici. Quanto è capitato è davvero senza senso".