Via Roma e piazza Moro (a Ussana), e piazza dell’Uliveto (a Monastir): ecco i siti diventati i luoghi di ritrovo dei migranti ospiti nel Centro di accoglienza ricavato nell’ex scuola di Polizia penitenziaria di Monastir.

Giovani poco più che ventenni impegnati, è ragionevole, nelle non facili prove di integrazione.

La situazione è tranquilla ma certi episodi di accattonaggio allarmano l’Amministrazione comunale.

Qualcuno dei ragazzi è stato sorpreso a chiedere l’elemosina, ma l’intervento della Polizia municipale ha riportato la situazione alla normalità.

Dell’accaduto parla Manuela Sedda, vicesindaco di Ussana: "Hanno cominciato con la richiesta di cibo: un po’ di frutta dal verduraio, e poi sono passati alla richiesta di denaro".

Le lamentele dei commercianti hanno indotto gli agenti della Municipale a intervenire per fermare sul nascere il fenomeno. Il vicesindaco ha da ridire "sull’accoglienza che, evidentemente, non funziona come dovrebbe. I 35 euro al giorno per ogni migrante pagati dallo Stato devono bastare al loro sostentamento: fornire pasti e vestiti adeguati".

L’accattonaggio sarebbe, insomma, frutto di qualche falla nella gestione dell’accoglienza dei circa 90 migranti ospitati nel Centro alle spalle della zona industriale di Monastir.

"Ogni migrante - prosegue Serra - dovrebbe ricevere il cosiddetto pocket money: per questo la richiesta di denaro è ingiustificata".

La cronaca di ordinaria (non facile) convivenza tra popolazione autoctona e migranti racconta anche di un brutto episodio accaduto nella piazza Uliveto a Monastir: "Non toccare mia figlia". Queste le parole di una madre a un migrante che aveva provato ad aiutare una bambina caduta mentre giocava.

Ma non è tutto. "Ormai si siedono dove ci sediamo noi", è uno dei commenti, di americana (discriminante) memoria, sui social sulla presenza costante dei nuovi ospiti sui muretti dell’Uliveto.

"Evitiamo allarmismi e inutili forme di xenofobia" è stata la reazione del sindaco Luisa Murru.
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