Settantun anni, frate cappuccino, cappellano del Policlinico di Monserrato e direttore dell'Ufficio per la Pastorale sanitaria, è accusato di aver cacciato dalla messa un ragazzo scosso da un attacco epilettico. Per soprammercato la mamma del paziente lo accusa di averla aggredita: «Ci mancava solo questo».

Perché ha scelto l'ordinazione sacerdotale?

«Le vie del Signore sono infinite».

Non le sembra poco solidale buttare fuori dalla cappella un epilettico?

«Non mi sarei neppure sognato di fare una cosa del genere. Domenica, alle 10, celebravo la messa. Al momento dell'atto penitenziale si è aperta la porta ed è entrata una donna con una carrozzina, si è sistemata a metà sala. Durante la predica un urlo mi ha fatto sobbalzare. Pensavo di avere a che fare con un paziente oncologico. La madre l'ha stretto a sé e lui si è calmato. È stata delicatissima, femminile e materna. Non ho fiatato. Quando lei si è riseduta nel banco mi sono avvicinato e le ho detto: "Signora, forse sarebbe meglio accompagnarlo in reparto per farlo visitare dai medici" Lei mi ha risposto che sarebbe rimasta per la messa. Ho replicato: "La sua messa è tornare in reparto"».
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