La scoperta è avvenuta una volta che don Silvio Foddis, parroco di Arborea dal 2005, ha aperto la Pec ricevuta dal Comune. Il contenuto non era di quelli piacevoli: si leggeva che la Tari che quest’anno dovrà pagare la parrocchia è di sei mila e duecento euro. Soldi che la chiesa dovrà pagare per lo smaltimento dei rifiuti.

Tanto il dispiacere da parte del sacerdote, ma anche un pizzico di rabbia. Don Silvio Foddis non ha voluto nascondere l’accaduto. Ecco perchè ieri pomeriggio, ancora prima di dare l’annuncio dall’altare, ha voluto utilizzare la sua pagina Facebook.

«È  giusto che la comunità sappia la cifra che ha deciso il nostro Comune per la parrocchia - commenta il sacerdote - Ho utilizzato i social per questo motivo. Ovviamente non chiederò nessuna offerta al paese, non mi sono mai permesso di chiedere soldi per pagare le bollette. Ma tutto questo mi sembra ingiusto e esagerato. Lo scorso anno la cifra era inferiore».

La cifra annunciata è il totale di tre bollette.

«Mi è arrivata ora quella di agosto, quindi già scaduta - spiega ancora - Poi quelle con scadenza il 31 ottobre e il 15 novembre». La Tari che dovrà essere pagata si riferisce alla chiesa, all’ostello, al teatro, al campo da calcio e al locale che ospita i ragazzi dell’oratorio salesiano. «Quindi servizi per tutta la comunità - va avanti Don Silvio Foddis -  Si tratta di immobili dove i rifiuti che si creano sono veramente pochissimi, ma poiché si considerano i metri quadri anche noi siamo soggetti a questa cifra».

L’assessore al Decoro Urbano, Programmazione e Bilancio, Antonella Cenghialta, commenta: «Se c’è una superficie che può produrre rifiuti la Tari una viene calcolata, è la norma. Il parroco può chiedere agli uffici di valutare eventuali errori. È vero però che gli aumenti ci sono stati, essendo un servizio influenzato da costi legati all’energia». 

Intanto il post del sacerdote apparso ieri sulla pagina Facebook stamattina è stato eliminato.

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