Situazione sempre più drammatica sul fronte della medicina di base nell’Alto oristanese. Il primo dicembre è andata in pensione l’ultima dottoressa che garantiva l’apertura di ambulatorio tra Busachi e Fordongianus e ora altri 1550 pazienti sono rimasti senza medico di famiglia. Una situazione che vede i sindaci fare fronte comune con i cittadini.

La preoccupazione è forte, soprattutto se si tiene conto che in questi centri la popolazione è in prevalenza anziana e ci sono anche alcune situazioni parecchio problematiche. Dalla Asl fanno sapere che si sta facendo il possibile per trovare una soluzione, ma al momento non è stato ancora individuato un nuovo medico.

«Non sappiano come fare. Il problema più grande è per mio fratello, malato di Sla. Il medico di famiglia ci guidava in tutto, ora per le emergenze si dovrà chiamare il 118 e per il resto rivolgerci alla guardia medica», spiega Antonietta Figus  residente a Neoneli con la famiglia ma originaria di Busachi dove tutti, compresi la mamma e il fratello, avevano il medico.

Pina Vacca di Fordongianus evidenzia: «È una situazione molto difficile. Mio marito è un paziente fragile e ha necessità settimanale di medicinali. Adesso siamo allo sbando, ci si dovrà recare dalla guardia medica e fare la fila di notte. Il medico è fondamentale soprattutto per gli anziani e i pazienti fragili».

Sulla  stessa linea la compaesana Pinuccia Dessì: «La sanità è allo sfascio e questa, soprattutto per gli anziani, è una situazione davvero  brutta. È assurdo pensare che facciano la fila di notte per la guardia medica. E c’è chi in questi giorni, cercando di  prendere il medico, sta facendo file enormi a Ghilarza».

Giovanna Piga è l’ultima dottoressa ad essere andata in pensione. «La situazione è drammatica, peggiorata nei due anni del Covid, periodo nel quale io ho sempre garantito l’apertura degli ambulatori a Busachi e Fordongianus. Ci sono anche tanti pazienti allettati, mi duole il cuore lasciarli. La Regione deve svegliarsi  e mettere i medici in condizioni di svolgere il loro lavoro, lasciando da parte tutta la burocrazia che si è aggiunta. Sui medici di base si sta riversando troppo lavoro che spetterebbe ad altri».

Il sindaco di Busachi Giovanni Orrù già mesi fa ha denunciato la situazione di emergenza e chiesto risposte. «Continuiamo la battaglia perché vengano trovare soluzioni all’assenza di tanti medici di base. La situazione è drammatica, soprattutto per gli anziani che hanno difficoltà a spostarsi per raggiungere altri centri. Abbiamo chiesto che la direzione sanitaria attivi in questo momento le guardie mediche diurne almeno due volte a settimane e che l’igiene pubblica proceda alle vaccinazioni». Sulla situazione di Busachi dalla Asl spiegano: «Con congruo anticipo la Asl, tramite Ares, ha  pubblicato un bando per la copertura del posto, che è tuttora aperto in  quanto si sta procedendo con la modalità degli avvisi che restano validi fino a che non si ottiene la disponibilità di un medico che possieda i requisiti idonei. Finora non è stata manifestata alcuna disponibilità. Il bando è stato pubblicizzato attraverso tutti i canali, istituzionali e non: l’avviso è stato pubblicato sui siti Ares e Asl, diffuso  attraverso le chat di medici di guardia medica e specializzandi ed è  stata chiesta la collaborazione dell’Ordine dei medici per coinvolgere  tutti gli iscritti. Sono state scandagliate tutte le possibili opzioni  per ottenere la disponibilità di un medico». Quindi aggiungono: «Inoltre, nell’ambito territoriale nel quale ricade il Comune di Busachi  è stato aumentato il massimale dei cittadini assistibili da ciascun medico, passato da 1.500 a 1.800 persone. Infine, la direzione del Distretto socio-sanitario di Ghilarza-Bosa ha già richiesto per tempo ai medici di continuità assistenziale (guardia  medica) dei punti di Ardauli, Fordongianus e Ghilarza che agli assistiti  del medico assente vengano assicurate le prestazioni e le prescrizioni sanitarie di cui necessitano, ed al Servizio di Medicina convenzionata Ares che venga attivata negli stessi tre centri la continuità assistenziale anche in orario diurno».

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