Lettera aperta del parroco di Ghilarza Padre Paolo Contini agli autori delle scritte nei suoi confronti. Giovani poco più che diciottenni che il sacerdote invita a scusarsi con l'intera comunità per l'accaduto.

Unica "colpa" del sacerdote quella di aver blindato i novenari per evitare assembramenti e il diffondersi del virus. Tanto più che, nelle settimane precedenti alla decisione assunta dal parroco in sintonia con il vescovo e sentito il sindaco, nel novenario di San Giovanni, si sarebbe consumata una maxi festa da cui poi sarebbero partiti dei contagi.

Fatto di cui nel documento inviato dal parroco ai collaboratori dei Comitati dei quattro novenari ghilarzesi (San Serafino, San Michele, San Giovanni e Trempu) non si fa cenno. Ma la questione nella cittadina del Guilcier è ben nota. Ora le parole di Padre Paolo dopo che nella notte tra sabato e domenica qualcuno - poi individuato - ha lasciato impressa sull'asfalto in corso Umberto, con una bomboletta spray di colore rosso, la scritta "Padre Paolo fai il parroco non il sindaco. Aperi sos muristenes".

Il parroco aveva diffidato chiunque dall'organizzare manifestazioni pubbliche o private sia nell'area dei novenari che ricade sotto la giurisdizione della parrocchia come pure nei muristenes di sua pertinenza, il cui affidamento è stato sospeso con conseguente divieto di utilizzo.

"Poco meno di 5 euro, più o meno il costo di una bomboletta spray, sono serviti per infangare un intero paese. Questo non posso accettarlo!", esordisce Padre Paolo.

E prosegue: "Ghilarza è un paese intelligente e i suoi abitanti sono persone dignitose che non possono essere immischiate in un gesto piccolo compiuto da tre sole persone appena diciottenni. Il parroco non ha sempre ragione e poiché l'inquisizione è solo un vecchio ricordo nessuno può e deve temere di mostrare il suo dissenso, ma andare alle due di notte ad imbrattare delle strade non vuol dire manifestare dissenso, vuol dire semplicemente catapultarsi indietro negli anni fino all'epoca della codardia dei muretti a secco, dietro i quali si sparava sperando di restare nascosti".

E ancora: "A voi tre giovani nottambuli dico solo una cosa: crescete all'altezza del paese in cui abitate, la civilissima e dignitosa comunità di Ghilarza. A voi non va il mio perdono, semplicemente perché non ho niente da perdonarvi, perché vi voglio troppo bene per sentirmi offeso per una stupidata come quella della notte scorsa. Vi voglio bene e sono certo che avete già capito la fesseria che avete fatto e questo mi basta. Ma credo che sarebbe giusto chiedere scusa a tutto il paese! Il vostro gesto ha fatto credere a tanti che Ghilarza sia un paese di maleducati retrogradi che sono capaci solo di vecchie ed obsolete forme di intimidazione. Le vostre scuse (la cui forma è bene che la scegliate voi) servirebbero semplicemente a ridare dignità alla comunità di Ghilarza, un paese vivace, intelligente, educato e civile. I vostri 18 anni vi hanno resi maggiorenni ma credetemi per diventare davvero grandi bisogna imparare a chiedere scusa quando si sbaglia".
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