Le lacrime dello scorso anno si sono trasformate in fiumi di olio.

Negli uliveti del Sinis da pochissimo è iniziata la raccolta delle olive: una festa da Cabras a San Vero Milis passando per le terre di Nurachi, Baratili e Zeddiani. Ma soprattutto in quelle di Riola Sardo: dal 2017 “Città dell'olio”.

Nel Sinis, a differenza di altre zone dell'Isola, il 2024 è l'anno della carica, così dicono gli addetti ai lavori.

Una risposta positiva al drastico calo che i produttori dell'oro verde hanno vissuto nel 2023.

Manuela Corrias è una delle titolari dell'oleificio Corrias, lungo la statale 292: «Il 2024 non poteva andare male, anche perché per la natura delle nostre piante è difficile avere per anni di seguito produzioni negative. Questa volta siamo stati aiutati anche dalle precipitazioni nei giusti periodi. Ma anche dal caldo torrido che ha allontanano le mosche. Abbiamo davanti olive sane, verdi, saporite e di ottima qualità».

Tira buon vento anche all'oleificio gestito da Gervasio Dessì, a Riola: «Rispetto allo scorso anno la situazione è opposta, visto che nel 2023 non abbiamo raccolto un oliva».

Franco Ledda, oristanese, ha oliveti sparsi in tutto il Sinis e produce per la sua impresa S'Ard: «Annata buona - dice mentre ammira il suo olio durante la macina - soprattutto dal punto di vista qualitativo».

Lo scorso anno, vista l'assenza di olive negli alberi, tanti frantoi del Sinis avevano tenuto le porte chiuse. Questa volta invece macchinari accesi. 

© Riproduzione riservata