Riola Sardo, montagne di giacinto secco: il problema dello smaltimento
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Il fiume è una distesa di piante secche. Ma non è tutto: sulle sponde di Mar'e Foghe montagne di giacinto in via di putrefazione.
La nuova emergenza è lo smaltimento della vegetazione che da sei anni ormai ha trovato l'habitat ideale in otto chilometri di corso d'acqua, da Tramatza a Nurachi.
All'indomani dell'appello lanciato dal sindaco di Zeddiani Claudio Pinna all'assessore regionale all'Ambiente Donatella Spano per verificare le condizioni del fiume, sorgono, dunque, nuove difficoltà.
Accanto al danneggiamento di un mezzo del Consorzio da un atto vandalico. «Il Comune di Riola si era impegnato a trovare un accordo con gli agricoltori per utilizzare il giacinto come concime» spiega Andrea Abis, commissario del Consorzio di bonifica, che con mezzi e operai ha lavorato per liberare il fiume. Ma ora sorge qualche problema. «Non è semplice trasportarlo» risponde il sindaco di Riola Domenico Ari.
Lo scorso anno era stato utilizzato nei terreni comunali ma quest'anno la quantità è notevolmente cresciuta. «Le ruspe del Consorzio, entrate in azione a ottobre, hanno smesso di estirpare le piante dall'acqua perché non si sa dove depositarlo» continua Ari. «E soprattutto ora c'è il rischio che diventi una situazione a rischio dal punto di vista igienicosanitario. Se fra qualche mese quelle piante secche continueranno a stare ammassate lì, nelle rive, è facile che attirino animali causando pericoli per la salute dei cittadini, in particolare di quanti vivono a breve distanza dal fiume».