A Neoneli si punta a mettere in campo tutte le strategie possibili per combattere lo spopolamento. Lo sa bene il sindaco Salvatore Cau, ancor più oggi che il piccolo paesino del Barigadu ha perso un’altra storica attività. A fine anno, dopo oltre cinquant’anni, ha infatti chiuso il distributore di carburanti, punto di riferimento non solo per i neonelesi ma anche per i centri vicini. Una perdita importante che però l’Amministrazione spera di recuperare.

Anche quest’anno il Comune concederà infatti un contributo a fondo perduto per avviare una nuova attività. Lo scorso anno a beneficiare del contributo erogato dall’ente pubblico sono stati i gestori del bar, riaperto dopo sei mesi dalla chiusura. Ma questa non è stata la sola attività che, dopo aver abbassato la saracinesca ,si è rimessa in gioco. A distanza di pochi mesi dal Wine Bar a Neoneli ha riaperto infatti la pizzeria dopo ben tre anni dalla chiusura, la Fenice il nome non casuale scelto dai gestori.

«I piccoli paesi dell’interno si stanno spopolando. Se vengono a mancare i servizi principali si crea una situazione che  porta ad  andar via – commenta il sindaco Cau -. Il venir meno di  un’attività come quella del distributore, per il nostro paese, è una grossa perdita. Il nostro  è un paese a vocazione agricola, più o meno tutti hanno un decespugliatore o utilizzano attrezzature che necessitano di carburante».

Il sindaco prosegue: «Il distributore era un servizio fondamentale, ora quelli più vicini, comunque a circa 18 chilometri da noi, sono a Ghilarza, Samugheo, Sorgono e Fordongianus. Il punto è poi che questo comporta a ruota tutta una serie di situazioni per le altre attività presenti in paese. Chi si sposta per fare rifornimento magari fa la spesa fuori e si impoverisce quindi il tessuto commerciale del nostro paese. Come Comune abbiamo quindi pensato di fare un bando per dare un contributo a fondo perduto per l’apertura di attività basilari, così come avevamo già fatto lo scorso anno. Credo stanzieremo circa 13 mila euro e il nostro auspicio è che qualcuno si faccia avanti per riaprire attività per noi essenziali».

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