È un antico trigramma IHS, che identifica la parola “Jesus”, l’ultima singolare scoperta fatta dall’occhio attento dello studioso, ricercatore e scrittore dei “Popoli del Mare” Leonardo Melis. È avvenuta per caso in una Cantina di Laconi, in seguito a un invito della titolare di una azienda vinicola, desiderosa di decifrare alcuni “matzamurreddus” scolpiti sul monumentale arco dell’entrata di una cappella medievale che venne inclusa nell’edificio già dal 1500 circa.

«La mia attenzione – spiega Melis -  è caduta su un antico monogramma, anzi un trigramma trasformato, erroneamente, in monogramma nei secoli e indicante il nome di Jesus».

«L’attuale Cantina – evidenzia Melis - era adibita a forno per il pane nel secolo scorso, mentre nel Cinquecento era l’abitazione di un sacerdote rimasto famoso con l’appellativo di “Predi Nieddu”. Costui aveva trasformato una parte della casa in cappella, con un portale monumentale ricco di fregi e di simboli indecifrabili persino per i padroni dello stabile susseguitisi nei secoli. L’abbreviazione IHS, segno di devozione cristiana perché indicava il nome di Gesù, era utilizzata fin dall’Alto medioevo».

Nei secoli il trigramma IHS ha avuto legami con l’Ordine Francescano e con Bernardo di Clairvaux, il fondatore dei Cistercensi e dei mitici Cavalieri Templari.

Nel XIV secolo Giovanni Colombini, fondatore dei “Gesuiti laici”, portava abitualmente la sigla IHS, poi utilizzata anche da San Vincenzo Ferrer.

Ma il trigramma ha legami anche con San Bernardino da Siena, al cui nome è associato ancora oggi. Lo stesso Bernardino ne diffuse l’uso anche ai numerosi fedeli che accorrevano alle sue omelie e lo raffigurò su tavolette di legno, incidendolo con sopra un sole dorato con dodici raggi. 

Il trigramma IHS venne anche associato a Ubertino da Casale, predicatore gioachimita scomunicato, e per questo, temendone un possibile uso idolatrico, papa Martino V, nel 1427, ordinò l’aggiunta di una croce sopra il tratto trasversale della “H” maiuscola o di un tratto orizzontale sulla “h” minuscola, così da formare una croce.

Successivamente lo scelse come proprio sigillo la Compagnia di Gesù e lo si vede infatti in numerose chiese costruite dai Gesuiti. Oggi figura addirittura nello stemma di un altro gesuita famoso: Papa Francesco.

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