Massimo Settefonti, di Santu Lussurgiu, uno degli otto indagati nell'inchiesta sugli appalti dei rifiuti in Sardegna, è stato scarcerato dal gip del tribunale di Cagliari.

Il giudice ha accolto la richiesta di revoca della misura cautelare dopo l'istanza presentata dall'avvocato Gennaro di Michele del Foro di Lanusei.

Il legale di Settefonti aveva contestato al giudice il reato di associazione di tipo mafioso, perché ritenuto inesistente. Al momento dell'arresto aveva contestato al gip la fondatezza delle accuse e in particolare delle intercettazioni ambientali, dalle quali erano non emersi fatti certi, solo parole con plurimi significati, ma nulla che può essere accostato a un'associazione di stampo mafioso.

Oltre all'associazione mafiosa, nell'ordinanza cautelare erano stati contestati a Massimo Settefonti turbativa d'asta, minacce e danneggiamenti.

Gli altri indagati sono: Francesca Piras, Giovanni Basilio Angioi, Raimondo Manca, Franca Pani, Mario e Gonario Moro, Giuseppe Amato, Lulav Bastri, l'ex sindaco di Santu Lussurgiu, Emilio Chessa, e l'ex assessore Stefano Putzolu. Rimane, invece, in carcere Giovanni Maria Firinu, il presunto capo della banda, che insieme alla moglie gestiva la società per la raccolta dei rifiuti Nuova Ecologica Servizi di Santu Lussurgiu.

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