Nuova grana per l’amministrazione comunale di Bosa, a causa della decisione del Tar Sardegna che ha decretato la sospensione degli  atti relativi al bando per  l’individuazione di un soggetto terzo per la  gestione della "darsena”  di  “sas covas”. Questo fino alla decisione della camera di consiglio dello stesso tribunale amministrativo fissata per il prossimo  21 settembre.

Come si apprende nel decreto dello scorso primo agosto firmato dal presidente del Tar Marco Lensi, la sospensiva è arrivata  su ricorso proposto contro il Comune dalla  Nautica Pinna e Servizi S.r.l. di Bosa rappresentata e difesa dagli avvocati Mauro Barberio e  Stefano Porcu. I ricorrenti chiedevano l'annullamento della determinazione della responsabile dell'area finanziaria del Comune, pubblicata lo scorso 29 giugno,  del conseguente bando e capitolato relativi alla gara per la concessione del servizio di gestione e controllo del compendio portuale “darsena comunale di Bosa”. Il Tar, si legge nel decreto, “dopo aver richiesto controdeduzioni all’amministrazione comunale che  non sono pervenute nel termine assegnato, ha ritenuto la  sussistenza dell’estrema gravità ed urgenza ed  ha accolto l'istanza”.

Daniel Pinna, socio della Nautica Pinna, evidenzia i motivi che hanno determinato il ricorso al Tar. «In primo luogo - sottolinea - non è stato  applicato  il nuovo codice appalti che entrava in vigore il primo luglio. Il Comune – aggiunge - inizialmente aveva tentato di pubblicare la gara il 30 giugno, probabilmente per rimanere entro i termini di applicazione del vecchio codice appalti ma, forse  per la fretta, sono stati costretti ad annullare la pubblicazione per poi riproporla il 3 luglio, quando ormai era entrato in vigore il nuovo codice appalti».

«Aziendalmente – spiega Pinna - riteniamo invece che come società leader del settore nella costa occidentale della Sardegna, siamo stati di fatto esclusi dalla gara perché dal Comune, come riconosce il Tar,  è stata proposta una clausola che non consentiva di partecipare a quanti  avessero avuto dei contenziosi con il Comune negli ultimi 10 anni. Altra motivazione importante - fa notare Pinna - è l’antieconomicità del bando, in quanto la società vincitrice non potrebbe neppure pagarsi le spese generali, considerato che ha solo la  possibilità di avere  230 posti barca da concedere ai prezzi imposti dal Comune».

Il bando di gara  prevede una cifra di oltre un milione di euro per 48 mesi,  mentre per ogni singola annualità la cifra è 256mila euro.  L’imprenditore Daniel Pinna, calcoli alla mano, fa notare che in questo modo non si può lavorare e  stima che  solo per  il personale da impiegare, più il direttore di porto richiesto, non basterebbero 200mila euro. «A questi si aggiungerebbero - sottolinea - i costi gestionali di pulizie, luce e acqua. Sono convinto che a questa gara non avrebbe preso parte nessuno». 

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