“L’ufficio di Oristano segnala costantemente il generale stato di degrado dell’edificio che risalente agli anni 90, presenta molteplici criticità dal punto di vista dell’adeguamento ai criteri di sicurezza n”. Il presidente della Corte d’Appello di Cagliari, Gemma Cucca, nella relazione sullo stato della Giustizia per il 2022, ha ripetuto parola per parola quanto già detto nel 2021 e che a sua volta aveva anticipato la collega Maria Mura nella relazione del 2020, sulla stato del Tribunale.

Niente da fare. La storia del “palazzaccio” ha in sospeso anche un altro capitolo. Il Comune che fino al 2015 si occupava dell’edificio ha aperto un contenzioso per la restituzione delle spese “regolarmente rendicontate” effettuate dal 2011 al 31 agosto 2015, pari a 3.010.641 euro meno 1.260.741 già rimborsato dallo Stato. Il Comune sostiene dunque di avanzare ancora un credito di 1.749.877, più interessi. La dirigente qualche mese fa ha inviato una diffida al Ministero della Giustizia perché provvedesse velocemente e un invito alla Presidenza del Consiglio del Ministri perché emanasse un nuovo decreto.

Da premettere che a giugno il Tar Lazio accoglieva il ricorso del Comune che contestava il decreto con il quale il Consiglio dei Ministri stabiliva le somme da rifondare ai Comuni per la gestione delle sedi giudiziarie d’Italia fino all’agosto 2015.

A fronte del milione settecentomila lo Stato riconosceva a Oristano “solamente” 602 mila euro da corrispondere in quote annue di 20 mila euro a partire dal 2017 e fino al 2046 condizionando peraltro la corresponsione alla rinuncia “di qualsiasi ulteriore pretesa” e ovviamente alla rinuncia di qualsiasi procedura esecutiva. Non se ne parli neppure, è la risposta del

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