Al di là di quello che sarà il futuro riordino nella riorganizzazione sanitaria nell’Alto Oristanese, disegnato nell’atto aziendale della Asl 5 e approvato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale, è opinione comune che si debba mettere mano anche alle cose quotidiane che, se non adeguatamente gestite, diventano un disservizio per chi ne ha bisogno.

È il caso della farmacia territoriale di Ghilarza, aperta una volta la settimana.

«Abbiamo ordinato un farmaco importante  nel mese di dicembre – denuncia Mariangela Cadau di Norbello - che è arrivato solo martedì, ma non in tempo utile per consegnarlo. L’alternativa è quella di andare a Oristano o aspettare martedì prossimo. Capisco bene che manca il personale, ma a Ghilarza viene servito un vasto territorio e una apertura maggiore deve esserci».

E, anche in questa ottica, sono attese con impazienza le novità inserite nell’atto aziendale.  

«Si tratta di tasselli fondamentali – garantiscono i vertici della Asl - per costruire un unico sistema in cui i servizi ospedalieri e territoriali lavorino in stretta connessione. Si assegna un ruolo e un peso specifico anche all’ospedale Delogu dove vengono riconfermati i reparti di Medicina e Lungodegenza, ma dpve viene anche istituita la struttura complessa di week surgery, con attività chirurgica di media e bassa intensità, mentre verrà mantenuto e potenziato il Centro per le diagnosi e la cura delle demenze senili e dell’Alzheimer».

«La struttura intende insomma porsi come punto di riferimento per tutto il centro Sardegna. Previsto a Ghilarza – aggiungono dalla Asl – anche l'ospedale di Comunità, che funga da raccordo tra il domicilio e l’ospedale dotati di personale medico, infermieristico e riabilitativo, servizi diagnostici, laboratorio analisi, radiologia, telemedicina cardiologica e specialisti ambulatoriali. Ed è prevista, ancora, a Ghilarza la una Casa della Comunità, nella quale saranno raccolti i servizi sanitari di base come medici di famiglia, specialisti ambulatoriali, guardia medica, con  l’introduzione dell’infermiere di comunità».  

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