Cabras, nel fondale cristallino del Sinis anche una vecchia rete da pesca
Si estendeva per oltre 500 metri: per il recupero ci sono volute tre ore di lavoro in collaborazione con i pescatori della zonaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Si estendeva per oltre 500 metri e rappresentava una vera e propria trappola mortale per molte specie ittiche. Si è svolta questa mattina nelle acque turchesi del mare del Sinis un’operazione di recupero di una rete da pesca da parte del personale dell’Area marina, di fronte a Cala Saline. Era stata avvistata da un bagnante a circa 2 metri di profondità durante una mattinata di snorkeling domenica scorsa.
Gli operatori del parco, dopo aver comunicato alla Capitaneria di porto la presenza della rete, questa mattina hanno organizzato e coordinato le operazioni per la rimozione, con l’ausilio della barca Esmeralda, di proprietà di un pescatore che si è reso disponibile per il recupero, considerata la necessità di una specifica strumentazione. Impossibile rintracciare la provenienza della rete, che potrebbe essere stata abbandonata in mare perché non più utilizzabile. L’intervento di recupero risultava piuttosto urgente considerato che la rete per alcuni tratti era ancora in posizione verticale sul fondo. Trovandosi ad una distanza inferiore ai duecento metri dalla costa, risultava pericolosa per la sicurezza della balneazione in un’area che nella stagione estiva si popola notevolmente. Era poi localizzata nei pressi del punto di approdo delle attività turistico-commerciali di noleggio e locazione e dei privati nella spiaggia di Cala Saline. L’operazione è durata circa tre ore tra recupero e trasporto a terra della rete.
«Il monitoraggio del mare è realizzato con il massimo impegno da parte degli operatori dell’area marina. Il problema delle reti abbandonate in mare è purtroppo sempre attuale, sono almeno due ogni anno le reti che vengono recuperate ma ce ne sono molte altre che non si riescono a intercettare e restano in mare - ha detto il sindaco Andrea Abis - Tale impegno in questo periodo risulta essere di maggiore importanza, affinché la zona costiera possa essere vissuta in sicurezza».
L’assessora alla Pesca Alessandra Pinna: «La collaborazione tra amministratori, Area marina e pescatori è risultata fondamentale, in netto contrasto con l’azione illecita dell’abbandono. Nel 2022 con il WWF Italia proprio nel nostro mare era stato sperimentato un progetto di recupero delle attrezzature da pesca fantasma che soffocano i nostri mari, con tecnologie innovative utilizzate da pescatori, diving e Capitaneria di Porto. Occorre operare in sinergia per la conservazione del nostro patrimonio ittico e per la sostenibilità della pesca».