È la continuità di un percorso di valorizzazione e salvaguardia di un vitigno identitario per il territorio oristanese e per la storia della cantina più antica della Sardegna.

A inizio ottobre si sono concluse le ultime raccolte delle uve di Vernaccia, iniziate a metà settembre nella vigna di Caombus, affacciata sulle sponde dello stagno di Cabras. Quest'anno la vendemmia ha avuto un significato speciale: è stata la prima raccolta della nuova vigna di Vernaccia, impiantata due anni fa al posto delle vecchie piante ormai improduttive.

Un momento simbolico e concreto. In un contesto in cui potrebbe sembrare più conveniente puntare su varietà a maggiore resa e richiesta di mercato, la scelta della famiglia Contini rappresenta invece un atto di fiducia nel futuro della Vernaccia e nel valore culturale ed enologico del territorio oristanese.

«Per noi la Vernaccia è una missione, oltre che una tradizione di famiglia – afferma Mauro Contini, contitolare dell'azienda, responsabile della produzione e presidente del Consorzio di Tutela e Valorizzazione della Vernaccia di Oristano Doc - Le vigne più antiche, alcune delle quali arrivano a quarant'anni, continuano a darci uve straordinarie, ma con rese naturalmente più basse. Il reimpianto di Caombus ci permette di equilibrare le produzioni e assicurare un futuro alla nostra Vernaccia, mantenendo intatta la sua identità».

La vendemmia 2025, la numero 127 nella storia della cantina, si presenta complessivamente in linea con gli ultimi anni: «Non un'annata entusiasmante come ci si aspettava, ma equilibrata e regolare, grazie all'assenza di eventi estremi ea condizioni climatiche più prevedibili rispetto al recente passato - spiega ancora Contini - Abbiamo potuto ridurre al minimo i trattamenti fitosanitari, segno di un'annata sana e gestita con equilibrio in vigna». 

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