Bosa, a caccia di aragoste vietate: stangata da 8mila euro
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I pirati del mare assaltano i fondali con la consueta arroganza: ma la Guardia costiera vigila e sanziona.
Venerdì, nella tarda serata, il motopesca Staffino I, è partito dal porto di Alghero, trascinando tranquillo lo strascico sui fondali del Marrargiu, all'interno dell'area di ripopolamento attivo dell'aragosta.
Navigava ben consapevole dell'irregolarità ad un miglio e mezzo ad ovest del porto di Bosa, utilizzando lo strascico su di un fondale di 45 metri di profondità.
Fortunatamente la sua pesca non è durata molto: i marinai della Guardia costiera sono intervenuti, hanno ordinato al comandante di salpare la rete e condurre l'imbarcazione al porto di Bosa dove armatore, comandante e marinai a bordo sono stati identificati.
SANZIONI - Le multe applicate sono state pesanti: quattro mila euro ciascuno (armatore e comandante), sequestro della rete a strascico lunga circa cinquanta metri e taglio di 6 punti a comandante e titolare della licenza di pesca. L'accusa è: pesca in zone e tempi vietati dalla normativa europea e nazionale.
DANNI AL FONDALE - Il fenomeno della pesca a strascico è particolarmente pericoloso per il mare ed i suoi fondali, oltre che razziare ogni tipo di forma vivente presente nell'area setacciata, distrugge la vegetazione sottomarino creando gravi danni all'ecosistema.
Tutti lo sanno, anche i pescatori: eppure, a quanto pare, c'è chi non se ne preoccupa. "Il programma di ripopolamento dell'aragosta nelle acque sarde - spiega il tenente di vascello Guido Avallone, responsabile della Guardia costiera di Bosa, che ha coordinato l'operazione - vieta nell'area di Bosa Nord e nelle fasce marine limitrofe di rispetto (per un chilometro oltre il loro perimetro esterno), qualsiasi attività di pesca a contatto col fondale: compresa quella sportiva, ricreativa e subacquea".
La Guardia Costiera proseguirà per tutta l'estate la vigilanza per ostacolare simili violazioni.