Due imprenditori e il loro prestanome sono stati arrestati dalla Guardia di finanza di Oristano nell’ambito dell’operazione “Immobil crack” relativa a reati fallimentari, societari e tributari. Sono anche scattati sequestri in tutta la Sardegna.

In cella sono finiti due imprenditori di 73 e 61 anni e un presunto prestanome di 56 anni. Un altro, destinatario della misura detentiva, è morto di recente.

L’attività delle Fiamme gialle era nata da una verifica fiscale condotta nel 2018 dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Oristano nei confronti di una società attiva nella gestione di alberghi e ristoranti con sede legale a Villasimius e sede amministrativa a Sassari, che faceva capo ai due imprenditori.

In quell’occasione erano emersi indizi di un sistematico omesso versamento delle imposte dovute all’Erario per un totale complessivo di oltre 3 milioni di euro, e il presunto mancato ripianamento di mutui bancari per circa 2,8 milioni di euro (oltre a ipotesi di debiti non onorati); inoltre, il modus operandi sarebbe proseguito, con operatività in tutta l’Isola, almeno dal 2008 attraverso una galassia di società (complessivamente circa trenta) che sarebbero riconducibili sempre agli stessi soggetti o ai loro prestanome e sarebbero state di volta in volta costituite, “svuotate” e destinate al fallimento.

La grafica dell'operazione (foto Guardia di finanza)
La grafica dell'operazione (foto Guardia di finanza)
La grafica dell'operazione (foto Guardia di finanza)

Il ruolo dei presunti “prestanome” sarebbe emerso anche in virtù di alcune scritture private trovate durante l’ispezione: gli interessati dichiaravano che le quote in loro possesso erano, effettivamente, di proprietà esclusiva degli imprenditori ai quali avrebbero dovuto essere intestate “a loro semplice richiesta, senza che nulla mi sia dovuto”. In qualche caso, il prestanome avrebbe avuto un ruolo esclusivamente “cartolare”. Tra i prestanome figurerebbero anche i due figli di uno degli imprenditori, anch’essi finiti nei guai.

I reati contestati sono quelli di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, la bancarotta semplice, il falso in bilancio con mancato pagamento delle imposte e la turbata libertà degli incanti, posto che avrebbero interferito, in varie occasioni, con il regolare svolgimento delle aste giudiziarie alle quali avrebbero indebitamente partecipato allo scopo di riacquisire beni in precedenza escussi nei loro confronti.

In quest’ultimo contesto rientrerebbe la vicenda del “Teatro De Candia” di Ozieri, acquistato nel 2001 con la stipula di un mutuo regionale di oltre mezzo milione di euro successivamente non onorato, con conseguente procedura esecutiva e vendita all’asta del bene di cui, tuttavia, è risultato aggiudicatario sempre uno degli stessi imprenditori.

Altre operazioni finite sotto la lente d’ingrandimento sono: la costituzione di una società di assicurazioni che, pur riscuotendo i premi dai clienti avrebbe sistematicamente omesso di versarli alla compagnia assicurativa per un importo complessivo che supera il milione di euro; nel 2022 la stipula di un contratto di locazione di significativo importo con un importante player europeo nel settore turistico (risultato estraneo ai fatti) per la gestione di un villaggio vacanze e di un hotel in provincia di Cagliari attraverso una società appositamente costituita. Questa avrebbe, a sua volta, “ereditato” il bene per un importo irrisorio da altra azienda sempre agli stessi soggetti riconducibile, qualche giorno prima del fallimento di quest’ultima.

L’evasione fiscale ammonterebbe a diversi milioni di euro.

Gli immobili preventivamente sequestrati sono, oltre al Teatro De Candia di Ozieri, alcuni appartamenti a Cagliari e Villasimius; terreni e casolari a Pattada, Elmas, Settimo San Pietro e Serdiana.

(Unioneonline)

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