Lutto a Tortolì per la morte di Andrea Massimo Loi, il marinaio originario della cittadina ogliastrina tra le cinque vittime del naufragio avvenuto due giorni fa a 50 miglia dalla costa di Bari.
"Ho appreso stamattina la tragica notizia e stiamo provando a rintracciare la famiglia di Andrea per manifestare la nostra vicinanza e quella della nostra comunità - ha detto all'Ansa il sindaco Massimo Cannas - Andrea fa parte di una famiglia conosciuta ad Arbatax e a Tortolì, dove ha appreso la tradizione marinaresca che aveva messo a frutto con la sua attività lavorativa partendo per il Continente circa 30 anni fa. Ce lo ricordiamo come un uomo di mare e come un atleta, stimato e benvoluto da tutti. La sua scomparsa ha scosso tutta la comunità".

Il 58enne da anni si era trasferito nella Penisola, prima ad Ancona e poi a Bari, dove lascia una compagna. A Tortolì vivono i vecchi amici e tre fratelli, partiti ieri destinazione Puglia.

LA TRAGEDIA – Loi e altri cinque componenti dell’equipaggio erano partiti da Ancona per trainare fino a Durazzo un motopontone. A metà strada il rimorchiatore ha iniziato a imbarcare acqua e in pochi minuti è affondato. Le onde alte fino a due metri e mezzo non hanno lasciato scampo ai cinque marinai.

Sopravvissuto solo il comandante, recuperato nella notte in mare da un mercantile croato dirottato sul luogo del naufragio dalla Capitaneria di Porto di Bari: è un 63enne siciliano, trasferito a Bari e ricoverato in ospedale in stato di choc.

LE RICERCHE – Per il momento sono stati trovati solo tre corpi: il riconoscimento è in corso. Sono proseguite invece tutta la notte e sono ancora in corso, ormai da quasi 36 ore, le ricerche dei due marinai dispersi e considerati comunque deceduti

Saranno utili le dichiarazioni del comandante, quando sarà ascoltato, e quelle degli 11 marinai a bordo del motopontone che era agganciato al rimorchiatore al momento dell'affondamento e dal quale è stato lanciato l'allarme. 

LA DINAMICA – Nei prossimi giorni la Procura di Bari, che indaga sulla vicenda, valuterà se disporre l'autopsia sui corpi. Il procuratore Roberto Rossi e la sostituta Luisiana Di Vittorio hanno aperto un fascicolo, per il momento a carico di ignoti, ipotizzando i reati di naufragio e omicidio colposo plurimo. Non si esclude il cedimento strutturale, un'avaria o l'impatto con qualcosa in mare, magari con lo stesso pontone che stavano rimorchiando, spinto dal mare forza 5. 

"Verosimilmente - ha spiegato l'ammiraglio Vincenzo Leone, comandante regionale Guardia Costiera Puglia - la repentinità dell'affondamento non ha consentito all'equipaggio di utilizzare i mezzi di salvataggio" e non ha dato loro neanche il tempo di lanciare l'allarme.

Intanto, su delega della Procura, gli investigatori stanno anche verificando l'eventuale inquinamento dovuto allo sversamento in mare di carburante. "Il rimorchiatore - ha spiegato l'ammiraglio Leone - ha a bordo casse di combustibile piene. Speriamo che alla tragedia delle persone non si aggiunga anche una emergenza di inquinamento ambientale".

(Unioneonline/D)

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