«Gli elementi a disposizione non consentono affatto di fondare un giudizio di qualificata responsabilità degli indagati. Non avrebbero fornito il loro apporto alla buona riuscita dell'azione omicidiaria».

Questa la motivazione principale per cui il Tribunale del Riesame ha annullato l'ordinanza del gip di Cagliari che aveva disposto la custodia cautelare in carcere per gli arzanesi Roberto e Sergio Arzu (fratelli di Sandro), il nipote Gianluca, oltre a Pier Giorgio Piras, considerati da Dda e Procura di Lanusei i presunti complici di Sandro Arzu, suicida in carcere la notte tra l'8 e il 9 giugno, nell'omicidio di Beniamino "Mino" Marongiu, 52 anni, ucciso in piazza Roma ad Arzana il 9 luglio di un anno fa.

L'ordinanza si concentra su quanto accade tra piazza Roma e dintorni nei minuti che precedono e seguono l'omicidio e sul ruolo degli Arzu e Piras.

«Non ci sono evidenze fattuali – scrivono i giudici – sulla comunicazione dei supervisori Roberto e Sergio Arzu a Gianluca Arzu sulla presenza della vittima designata (Mino Marongiu) nel bar One». 

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