«Nessuna sentenza potrà colmare la tua assenza, la condanna peggiore è la mia, la nostra. Costretti a vivere senza te, con un dolore che non avrà mai fine. Ti amo immensamente, Mirko». Non sono passate nemmeno 24 ore dalla pronuncia della sentenza di ergastolo inflitta dal Tribunale di Cagliari a Masih Shahid, il suo ex compagno pakistano che la notte dell'11 maggio del 2021, a Tortolì,  l'aveva accoltellata 18 volte e con la stessa arma aveva ucciso suo figlio Mirko Farci, di soli 18 anni, che aveva provato a difenderla. Oggi Paola Piras affida ai social le parole necessarie per raccontare il suo stato d'animo. Lei è sopravvissuta, suo figlio è morto per salvarla, l'assassino è stato condannato. 
Il pensiero della mamma è per quel ragazzo che non c''è più. Solo per lui. La donna, la madre, ricorda anche uno scambio avuto con Mirko che, pur giovanissimo, sapeva che il suo destino sarebbe stato lontano dal paese natale. Come era successo per il fratello: «Mamma», le aveva detto, «devi iniziare ad abituarti all'idea che anche io, come Lorenzo, appena terminate le scuole superiori andrò via da Tortolì». Lei gli aveva risposto:  «Si Mirko, è giusto così. Per me sarà difficile, ma ti guarderò spiccare il volo e mi riempirò di orgoglio nel vederti realizzare tutti i tuoi sogni». Per Piras, per la mamma, «doveva andare così». Invece i sogni, i progetti sono stati spezzati da una mano assassina. E «nessuna sentenza potrà colmare la tua assenza».

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