Corpo nero e lucido con 13 piccole macchie rosse: trovata un'argia in campagna a Ilbono
I vigili urbani hanno portato il ragno velenoso all’Istituto zooprofilatticoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il suo aspetto è inconfondibile: corpo nero, lucido, con tredici piccole macchie rosse. Gli operai non hanno avuto dubbi quando hanno trovato quel ragno tra gli anfratti della macchia mediterranea, a ridosso dell’Orientale, nel tratto fra Tortolì e Bari Sardo, in territorio di Ilbono.
Si trattava di un’argia, il ragno velenoso il cui morso può causare sintomi gravi come crampi addominali, nausea, febbre e, in rari casi, la morte. Ieri mattina, la squadra che stava effettuando un intervento di pulizia ha avvisato i vigili urbani di Ilbono che, dopo la cattura, hanno portato il ragno all’Istituto zooprofilattico di Tortolì. Qui, al termine di rapidi accertamenti, gli esperti hanno sentenziato: era la cosiddetta vedova nera mediterranea, in possesso di un veleno neurotossico potente.
«Raccomandiamo ai cittadini di prestare molta attenzione quando si frugano rifiuti o si spostano delle fresche o altri materiali in campagna», è l’avvertimento del sindaco di Ilbono, Giampietro Murru. Secondo la leggenda, quando Dio decise di liberare la Sardegna da ogni creatura velenosa, ne annientò a migliaia. Ma non s’argia, che per i sardi è la sola sopravvissuta allo sterminio voluto da Dio degli animali velenosi dell’Isola.
Il suo è un mito accompagnato da tanti misteri. Secondo un’antica cultura, il ragno velenoso dava il nome a un rito magico di guarigione. Il ballo dell’argia era l’unico rimedio salvavita dopo che la persona veniva morsa. Al malessere che provocava non c’era altra terapia se non la danza di un numero sempre uguale di donne: sette vedove, sette spose e sette zitelle. Un rito comune a diversi centri dell'Isola fino alla seconda metà del secolo scorso.