«Chi ha colpito deve pagare». Simona Campus l’ha scritto su Facebook, a un mese dall’omicidio del figlio Marco Mameli. Un lungo post per invocare, una volta di più, giustizia per il suo «tesoro» ucciso con tre coltellate.

«Chi ha visto e taciuto deve pagare. Chi ha sentito e non detto deve pagare. Anche se il prezzo più alto, il più ingiusto, l’hai pagato tu, perché a te hanno tolto la vita, condannando noi a convivere con la tua assenza, con un vuoto che nessuna parola potrà mai colmare».

Marco Mameli in sella al suo cavallo Ebano
Marco Mameli in sella al suo cavallo Ebano

Marco Mameli in sella al suo cavallo Ebano

Il killer è ancora nell’ombra ma la famiglia dell’ucciso non si rassegna: «Le nostre suppliche non sono bastate a scuotere le coscienze di chi era lì quella maledetta sera. Sei stato colpito con ferocia, con una crudeltà che non riesco a comprendere. L’assassino non è solo chi ha sferrato quei colpi. È anche chi ha visto e ha scelto di voltarsi dall’altra parte, chi ti ha visto cadere ed è scappato via lasciandoti morire senza guardarti negli occhi».

Intanto per sabato prossimo gli amici di Marco hanno organizzato una fiaccolata sulle strade del paese: raduno alle 19.30 in piazza Lussu. 

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