L'assalto eolico non si ferma. Legacoop Agroalimentare lamenta la definizione di 84 nuovi progetti di impianti off shore, 23 nell'Isola, che solo nella Sardegna meridionale costerebbe il posto di lavoro a 500 addetti nel settore della pesca, sui 4mila complessivi.

Gli 84 progetti porterebbero a una riduzione della pesca a strascico del 21,6%. Di fatto sarebbe sottratta una superficie di 17.511 chilometri quadrati alle attività di pesca professionale a danno anche della maricoltura, oltre a impatti non trascurabili su altri segmenti professionali come i palangari e le reti fisse. I dati da uno studio realizzato dal Consorzio Mediterraneo, struttura di ricerca aderente a Legacoop Agroalimentare. 

«Occorre ridefinire la collocazione degli impianti e prevedere la loro realizzazione all'interno delle aree di protezione ambientale», commenta Cristian Maretti presidente di Legacoop Agroalimentare, «riteniamo di dover interrare e proteggere i cavi di trasporto dell'energia elettrica a terra, in modo da consentire alle imbarcazioni a strascico di non interrompere le cale in loro prossimità, devono essere previste anche norme per consentire la piccola pesca artigianale con attrezzi fissi, all'interno delle aree occupate dagli impianti eolici».

Intanto slitta al 14 gennaio l'udienza pubblica della Corte Costituzionale per la discussione del ricorso di legittimità proposto dal Governo contro la legge regionale numero 5 sul blocco degli impianti di energia rinnovabile per 18 mesi. La cosiddetta moratoria, tuttavia, è stata abrogata dal Consiglio regionale con l'approvazione della norma sulle aree idonee (già pubblicata sul Buras, il bollettino ufficiale della Regione) e quindi la materia del contendere potrebbe venir meno. La decisione è stata presa con decreto del 9 dicembre.

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