Cala Liberotto e Sos Alinos, frazioni di Orosei figlie di un boom edilizio che a partire dagli anni Cinquanta rese questo tratto di costa orientale una delle mete turistiche più ambite dell'Isola, giacciono da oltre un decennio in un limbo giuridico legato alla regolamentazione demaniale che ne frena lo sviluppo. Il 22 settembre è atteso il pronunciamento del Commissario che potrebbe finalmente sbloccare la situazione, ma nel frattempo c'è da risolvere anche il contenzioso tra la Regione e lo Stato che ha impugnato alcune norme della legge urbanistica, muovendo rilievi proprio sugli usi civici.

LA VICENDA - Tutto comincia nel 2006, quando, decine di anni dopo la lottizzazione e la vendita dei terreni da parte del Comune, la Regione decide di accertare la consistenza del demanio civico di Orosei, individuando gran parte di quest'area come gravata da usi civici, e invalidando di fatto la proprietà dei possidenti, un migliaio di famiglie, che da allora si vedono inibite la compravendita e la ristrutturazione degli immobili.

LE CONTROVERSIE - A seguito di diversi ricorsi, sia da parte di alcuni proprietari che del Comune, nel 2011 la Regione rettifica gli accertamenti del 2005 dimezzando il numero di ettari sottoposti a vincolo e successivamente viene nominato un commissario ad hoc, che si pronuncerà tra quindici giorni. Intanto, con un provvedimento regionale del 3 luglio 2017 il Comune viene esplicitamente autorizzato a decidere in tutta autonomia il trasferimento delle aree destinate a uso civico. Intervento caldamente invocato da parte dei proprietari riuniti in un Consorzio (che suggerisce la delocalizzazione a Biderosa) e che l'amministrazione intende mettere in atto, ma solo a seguito del parere del commissario che confermi la presenza effettiva degli usi civici.

PROPRIETARI IN RIVOLTA - Il Consorzio minaccia battaglia: "Pur in fiduciosa attesa di una imminente soluzione - annuncia il presidente Francesco Chironi - stiamo valutando azioni legali di risarcimento di portata milionaria e ne abbiamo messo al corrente la Corte dei conti. Tra Imu già versata e rimborsi per la vendita di beni non vendibili, in caso si protraesse la situazione vigente, stimiamo che - per difetto - il Comune sarebbe chiamato a rimborsare oltre 500 milioni di euro agli attuali proprietari di Cala Liberotto e Sos Alinos". Una cifra da capogiro, se comparata con i 10 milioni di euro di bilancio comunale annuale.

Qualunque sia l'esito del garbuglio giuridico attribuito da Canzano in buona parte ad una Regione "che fa i danni, e poi se ne lava le mani", molte sono le problematiche territoriali che andranno affrontate per migliorare la situazione di questa zona: "Non è possibile tollerare altri anni di totale assenza del sistema fognario - prosegue Chironi - consapevoli di un nuovo progetto che ha dedicato sei milioni di euro ad aree ancora non urbanizzate e comprese nel nuovo Puc ma escluso metà del lungomare e circa 300 abitazioni"

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