Summit della scienza a Su Gologone: «Sardegna pronta a ospitare l’Einstein Telescope, investimento da 1,3 miliardi»
Iniziativa nell’ambito del G7 della ricerca. Todde: «Dalla Regione 350 milioni per l’intervento nella miniera di Lula». La ministra Bernini: «Onde gravitazionali importanti anche per la medicina»«Oggi qui c’è una delegazione internazionale di altissimo livello. È il momento per mostrare che tipo di caratteristiche ha il nostro sito e che tipo di possibilità ci sono nel nostro territorio. È un modo eccezionale per poter dire al mondo che la Sardegna è pronta ad accogliere ET ed è pronta a farlo non solo per le caratteristiche uniche del sito e della comunità scientifica che in questo momento sta supportando questa iniziativa, ma soprattutto per il ruolo e l’impegno della Regione che è stata conseguente».
Con queste parole la presidente della Regione Alessandra Todde ha anticipato l’apertura dei lavori della due giorni di Su Gologone (Oliena) organizzata dal ministero dell'Università e della Ricerca in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare nell'ambito della presidenza italiana del G7 sulle grandi infrastrutture per la ricerca e il loro impatto sulla società. Al centro dell’attenzione c’è il progetto dell’Einstein Telescope, il rivelatore europeo per le onde gravitazionali che l'Italia si è candidata a ospitare in Sardegna, nell'ex miniera di Sos Enattos.
«Noi abbiamo stanziato 350 milioni che erano necessari per la candidatura e abbiamo fatto un'unità di progetto. Abbiamo fatto in modo di essere conseguenti e questo anche per la politica nazionale è una novità. Io voglio ringraziare la ministra Anna Maria Bernini che si è dimostrata lungimirante. Ed è bello quando le istituzioni riescono con un obiettivo unico a lavorare insieme», ha aggiunto Todde.
La ministra ha sottolineato che quella di Lula e di Sos Enattos è la candidatuta ideale, per le caratteristiche geomorfologiche e entropiche del territorio. E ha voluto aggiungere che «la ricerca sulle onde gravitazionali è cruciale anche per la medicina».
(Unioneonline/E.Fr.)