Sorprese con 20 chili di marijuana: Siniscola, due donne nei guai
Controllando un pacco "sospetto" i carabinieri sono giunti sulle tracce di una 62enne e di una 43enne. Poi la perquisizionePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
In casa nascondevano oltre 20 chili di marijuana.
I carabinieri di Siniscola hanno arrestato due donne, di 62 e 43 anni, accusate di spaccio, dopo aver trovato all'interno di un'abitazione pacchi contenenti un'ingente quantitativo di droga.
Tutto è iniziato con un controllo eseguito su un pacco spedito dal Belgio e recapitato con un corriere a un siniscolese, ignaro del suo contenuto.
L'uomo si è rivolto ai militari, dichiarando di sapere nulla di quella scatola, che conteneva la sostanza stupefacente.
Da qui hanno preso il via gli accertamenti, che hanno ricondotto il pacco a una società di Siniscola nella disponibilità di due donne.
Gli uomini dell'Arma hanno perquisito l'azienda e la loro abitazione: all'interno c'erano oltre 21 chili di infiorescenze di marijuana, suddivisi in diversi pacchi termosaldati, oltre a tutto il necessario per il confezionamento della droga.
Per le due donne sono scattate le manette: dovranno rispondere del reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Sulla vicenda, il legale delle due donne, Carlo Alberto Zaina, sottolinea: "Sin dal primo atto di indagine, le indagate hanno contestato l'addebito e precisato che le infiorescenze di cannabis (non di marijuana) da loro detenute erano prive di effetti droganti ed erano commercializzate per l'esportazione all'estero nel rispetto delle L. 242/2016, e, comunque, del dpr 309/90. Non a caso - prosegue il legale - sono in corso accertamenti tossicologici sulla natura e sulla tipologia proprio dei prodotti in questione".
Accertamenti che secondo la difesa "smentiranno la tesi" del possesso di droga.
L'avvocato, inoltre, sottolinea che le due donne sono state "immediatamente scarcerate" e che "una sola delle quali sottoposta ad obbligo di dimora da parte del GIP, all'esito dell'udienza di convalida".
"Questa decisione del giudice - conclude il legale - favorevole alle indagate, conferma lo stato di assoluta incertezza della vicenda, atteso che si si fosse trattato di stupefacente la misura cautelare adottata sarebbe stata certamente molto più severa".
(Unioneonline/F-l.f.)