«Scusatemi, quello che ho scritto non è degno né di un sindaco né di una persona comune. Non utilizzo bene i social e credevo fosse un messaggio diretto unicamente a chi ha scritto il post, da non scrivere ugualmente».

È contrito il tono del sindaco di Tonara Pierpaolo Sau, travolto dalle polemiche e dalle richieste di dimissioni per un’affermazione pubblicata sui social, nella quale proponeva un rimedio contro lo spopolamento: «Tutte le donne libere hanno l’obbligo di recarsi nell’ufficio del sindaco a tre ore di distanza l’una dall’altra». Un pensiero, il suo, espresso nel 2010 e rilanciato ieri sotto una riflessione sul dramma demografico riportata da Gigi Littarru, già primo cittadino a Desulo. 

Ora Sau, dopo aver rimosso quella "battuta infelice”, prova a rimediare. E spiega: «Riguardava un episodio e battute di dodici anni fa con presenze femminili nel gruppo: logicamente erano solamente esagerazioni che si formulano in contesti scherzosi dove si gioca al rialzo».

Insomma: una battuta (greve) da bar, riportata sui social, senza pensare alle conseguenze, forse perché non messe nel conto: «Non ho mai mancato di rispetto in questo modo e ho sempre pensato che la presenza femminile sia risolutiva in tutte le problematiche», sottolinea il sindaco, tanto che «nelle giunte da me nominate ho sempre  richiesto la presenza di donne». Non solo: «Ho quasi sempre votato una donna in tutti i livelli di elezioni. Sono padre di due ragazze che adoro e mi adorano. I miei interventi, soprattutto sul calo nascite nei nostri territori sono sempre stati energici e determinati».

Poi di nuovo le scuse, con la chiusura tra l’amaro e un pizzico di ironia: «Chiedo scusa a chiunque si sia sentito o sentita offesa/o. Purtroppo, come tanti in questa zona difficile, sono abituato a scherzare troppo e vi assicuro che solitamente scherzo sulle mie disgrazie». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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