Prosegue l’attività di contrasto per fermare la diffusione della peste suina in Sardegna.

L’Unità di Progetto composta da Corpo forestale, Forestas, Asl e Izs, in collaborazione con la questura di Nuoro, ha abbattuto 65 maiali perché non registrati all’anagrafe zootecnica, che giravano in campi di proprietà del demanio a Baunei e Urzulei, dei quali non è stato possibile risalire al proprietario.

«Si tratta – spiega una nota - di animali privi di tracciabilità e non sottoposti a controlli sanitari, destinati al mercato illegale di prosciutti e prodotti di salumeria, che rappresentano quindi un rischio alto per la sicurezza alimentare dei consumatori, in particolare per le fasce più fragili, come anziani e bambini».

«Queste attività di depopolamento – prosegue l’Unità di progetto - sono necessarie e rientrano nelle azioni di contrasto al virus della Peste suina africana, che vedono nell’allevamento illegale dei suini uno dei fattori di rischio più importanti per la permanenza del virus in quei territori. È ormai chiaro che questo tipo di allevamenti ha costituito la vera cinghia di trasmissione del virus tra la popolazione selvatica e gli animali domestici».

L’eliminazione di questo fenomeno, ormai marginale e limitato a pochi casi nella Sardegna centrale, fa parte delle raccomandazioni del recente Audit della Commissione europea, alla quale l’Unità di Progetto deve garantire la risoluzione, condizione per la prossima auspicata riclassificazione del rischio dell’Isola.

L’appello di Regione e Unità di Progetto è sempre rivolto ai pochi che rifiutano di mettersi in regola, soprattutto in zone dove l’eradicazione del virus potrebbe costituire un volano straordinario per il rilancio del comparto, in particolare della salumeria di qualità e lo sblocco dell’export. Alcune iniziative virtuose di valorizzazione dei prodotti a base di carne suina sono già in corso in quei territori per preparare il rilancio del comparto.

(Unioneonline/l.f.)

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