«L'Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna attivi immediatamente il processo di nomina per i docenti risultati idonei nei Concorsi del 2020, così come già fatto da Lazio e Sicilia, affinché questi insegnanti possano essere nominati già dal 1 settembre».  È una corsa contro il tempo quella sollecitata dalla Cisl Scuola di Nuoro, e che riguarda centinaia di docenti dell'intero territorio regionale. Una protesta energica quella del sindacato che mette nel mirino l'Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna.

«Insegnanti - che per la Cisl - pur avendo accumulato anni di esperienza, e avendo superato un concorso per titoli ed esami in piena pandemia non avranno la possibilità di ricevere una nomina a tempo indeterminato nemmeno quest'estate».

Recentemente invece altre regioni hanno agito. Come gli uffici scolastici di Lazio e Sicilia che hanno annunciato l'avvio delle nomine per gli idonei di questo concorso, «allora ci si chiede perché in Sardegna non si fa altrettanto? Perché la Sardegna deve aspettare? Cosa si sta aspettando, l’assenso del ministro?», incalza la segretaria della Cisl Scuola Nuoro Giovanna Fadda che ricorda come la situazione «è ulteriormente complicata dalla continua procedura di infrazione dell'Unione Europea nei confronti dell'Italia, relativa all'uso sistematico di contratti a termine. È ingiusto - aggiunge - che docenti che hanno superato prove concorsuali nazionali rigorose vengano trascurati. Il Ministero del Merito sembra minimizzare l'importanza del merito stesso, ignorando l'impegno professionale di questi insegnanti. Il PNRR, sfortunatamente, impone oneri anche sulle esperienze e aspettative degli insegnanti, a discapito dei loro diritti. È essenziale ricordare ai legislatori - prosegue la segretaria della Cisl Scuola - che per porre rimedio a questa situazione basterebbe prestare maggiore attenzione alla copertura dei posti vacanti, che attualmente vengono riempiti in modo insufficiente».

Insomma per il sindacato la Sardegna, rispetto ad altre regioni, è in ritardo anche sulle nomine dei docenti. Per la Cisl Scuola «questa ingiustizia non solo danneggia i docenti, ma non porta nemmeno a un reale risparmio per il sistema scolastico».

L'appello della segretaria Fadda è rivolto anche al governo regionale «affinché si impegni a risolvere con urgenza questa crisi nel settore educativo, nel rispetto dei diritti dei docenti e del valore della scuola pubblica italiana».

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