Moby Prince, 33 anni dopo. Il tempo passa ma non cancella le ferite della strage. E Birori, paese di una delle 140 vittime, non si è dimenticata di Gianfranco Campus, compaesano, una delle 140 croci lasciate dal disastro marittimo. Nel paese oggi si è svolta una cerimonia commemorativa, con diverse iniziative.

Alle 10.30 la Santa messa presso la chiesa parrocchiale di Sant'Andrea, in suffragio delle vittime. Alle 11.30 si è tenuto il corteo dalla chiesa parrocchiale al cimitero di Birori, con la deposizione di un cuscino di rose sulla tomba di Campus e lettura dei nomi dei morti. Da quest'anno inoltre, anche grazie alla mozione presentata dal consigliere comunale Orazio Culeddu e poi con deliberazione del Consiglio Comunale n.22 del 31/07/ 2023, verrà dichiarato il lutto cittadino. La mozione ha l'intento e la finalità di dare attuazione a tutta una serie di impegni e di azioni tese a ad esprimere pieno e massimo sostegno a tutti i familiari delle vittime, alle associazioni 10 Aprile e 140, che da anni si battono, con impegno, sofferenza e sacrificio, per arrivare alla verità.

« Oggi vanno aiutati ancora con più determinazione e vigore – ha sottolineato Culeddu –  poiché, paradossalmente, nonostante manchi veramente poco a chiudere il cerchio, hanno subito l'ennesima batosta il 12 dicembre 2023, con la sentenza negativa della Corte di appello di Firenze, riguardo alla causa civile. Si attende ancora l'esito dei lavori svolti dalla Procura di Livorno, ma nulla ancora trapela. L'ausilio e la vicinanza è importante e fondamentale poiché, oltre ad essere un dovere civile e morale, è anche istituzionale, ed anche noi, come Amministratori, nel nostro piccolo, ne facciamo parte integrante. Indistintamente tutti debbono avere maggiore consapevolezza circa la verità storica di questa strage impunita, ancora oggi, a distanza di 33 anni, che poteva essere già scritta molto tempo fa. Le 140 vittime innocenti, la invocano da lassù, Verità e Giustizia, per poter, loro malgrado, trovare pace».

«Una di queste – ha spiegato il consigliere – era il nostro compaesano, giovane carabiniere, all'epoca dei fatti, in forza presso la caserma di Buti, avrebbe compito 21anni il mese successivo alla strage. Rientrava a Birori, per una licenza di 10 giorni, con il desiderio di rivedere gli anziani genitori, i parenti, e gli amici. Era figlio unico e ciò ha reso più drammatica la sua scomparsa per il padre, per la madre, e per quanti gli hanno voluto bene». In occasione dell’anniversario le cerimonie si sono tenute anche a Livorno.

(Unioneonline)

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