Nel Cpr, il centro di permanenza e rimpatrio dei migranti, di Macomer si procede col raddoppio della struttura e per passare poi da 50 ospiti attuali a 100 entro quest'anno, nel rispetto degli accordi sottoscritti nel 2017. Questo è possibile grazie ad un finanziamento del ministero, inserito nella scorsa legge finanziaria dello Stato.

L'intervento, confermato dalla Prefettura di Nuoro, serve per riequilibrare i servizi (riscaldamento e altro), dimensionati per 100 ospiti. L'intervento, tuttavia, non passa inosservato, ma viene denunciato duramente dall'assemblea No Cpr, in un lungo documento. "Col raddoppio della struttura di Macomer e degli internati - scrive l'associazione che da sempre si oppone ai Cpr – aspettiamoci il raddoppio degli abusi e delle violazioni dei diritti umani. Le condizioni della detenzione all'interno del Cpr di Macomer sono pessime, e lo sono rimaste dai tre anni dall'apertura. I reclusi ci fanno sapere che, ancora una volta, in pieno inverno il riscaldamento funziona poco o niente, pare per la mancanza di gasolio. Scarseggia, o addirittura è assente in certi giorni, l'acqua calda. Le coperte sono piccole e sottili. Il cibo è immangiabile e le pulizie vengono svolte solo una volta la settimana".

Secondo l'associazione, ci sarebbero forti carenze anche per quanto riguarda il servizio sanitario. Per questo dieci giorni fa diversi internati avrebbero iniziato lo sciopero della fame, ma la protesta sarebbe rientrata perché non c'è stata la possibilità di far sapere all'esterno della protesta in atto. No Cpr Macomer denuncia anche che non è stato possibile consegnare dei pacchi, con schede telefoniche prepagate e cibo. I pacchi non sono stati accettati poiché non ci sarebbe stata l'autorizzazione della Prefettura.   

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