Domani si accendono i fuochi per Sant'Antonio Abate, una festa antica quanto il tempo, che coinvolge l'intero Marghine.

Nonostante la neve, si rinnova il rito di Sa tuva e dei Fogulones, L'appuntamento con la tradizionale accensione del fuoco è fissato per il pomeriggio nel centro storico cittadino a Macomer.

E' una delle più antiche feste del capoluogo del Marghine. Il fuoco arderà nella piazzetta antistante la chiesa di Santa Croce, nel cuore del centro storico .

A Macomer, come in tanti altri centri del nuorese, la tradizione è legata all'albero secolare secco e cavo destinato al falò. Un rito quello de Sa Tuva è antico e affonda le radici nelle tradizioni pagane sulle quali in Sardegna il Cristianesimo ha innestato i suoi riti.

A Macomer la festa anima il centro storico, che un tempo si ritrovava attorno al fuoco per parlare dei problemi dell'annata e delle campagne.

E' festa grande in tutto il Marghine, ma in particolare a Silanus, dove Sant'Antonio Abate è anche il Patrono del paese. Proprio a Silanus domani sera (ore 20), si rinnova l'ormai appuntamento secolare de S'Isparatoriu (i fuochi artificiali), che avranno la durata di circa un'ora. Si svolgeranno a valle dell'abitato, vicino alla statale 129 Nuoro-Macomer, che richiama migliaia di persone, provenienti da tutto il centro dell'isola.
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