Curiosa interrogazione della parlamentare nuorese Mara Lapia, ex M5S, oggi capogruppo alla Camera di Centro democratico.

Riguarda le ricerche di Graziano Mesina, il più noto esponente del banditismo sardo, ed è rivolta ai ministri dell’Interno e della Difesa.

La parlamentare ripercorre in breve le vicende giudiziarie del latitante (uno dei più pericolosi d’Italia secondo il Viminale), la fuga dalla sua casa di Orgosolo quando è scattato il nuovo mandato d’arresto, e lamenta i disagi per i cittadini di Orgosolo, che dal giorno della fuga è stata teatro di “continui blitz, posti di blocco e perquisizioni a tappeto” per consegnare Mesina all’autorità giudiziaria.

L’ultimo blitz, avvenuto lo scorso 22 luglio, ha visto un imponente dispiegamento di militari (circa 150 agenti) e mezzi dei Carabinieri del Comando provinciale di Nuoro.

E continui sono gli appostamenti, le perlustrazioni e i pedinamenti nella città barbaricina.

Tutte azioni, si legge nell’interrogazione, che “seppur finalizzate all’importante obiettivo di consegnare alla giustizia un pericoloso latitante, hanno costretto con il tempo tutta la comunità di Orgosolo a convivere in uno stato di inquietudine ed apprensione”.

Lapia parla di un “sentimento di malumore che serpreggia tra gli abitanti, molti dei quali temono per le pesanti ricadute a livello di immagine ed economico”.

Orgosolo, osserva la parlamentare, è patrimonio Unesco ed è “una delle mete più gettonate del territorio barbaricino, interessata da un notevole flusso turistico”.

La presenza di numerosi militari e i continui blitz “possono creare uno stato di soggezione verso non solo gli abitanti ma anche i visitatori del posto che talvolta decidono di abbandonare la città e recarsi altrove”.

Per questo Lapia chiede ai ministri se si possano usare “strategie alternative” per procedere all’arresto. Ovvero, “operazioni di intelligence con strumenti tecnologici”. Il tutto affinché Orgosolo smetta di essere costantemente “blindata” e “possa tornare a rivivere in breve tempo in uno stato di piena sicurezza e tranquillità”.

(Unioneonline/L)

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