Incubo cavallette, invasi già 160mila ettari: «Se iniziano a volare è la fine»
I mezzi messi in campo dalla Regione sono insufficienti: «Inutili le app che segnalano le schiuse se poi nessuno interviene», dice Tonino Sollai, allevatore che da 4 anni vede i suoi pascoli devastati e non ha ricevuto ristoriTorna l’incubo delle cavallette nel Nuorese. Ne parla, disperato, Tonino Siotto, allevatore di Ollolai che da quattro anni è in ginocchio a causa dell’invasione di insetti.
«Il mio terreno (un pascolo di 150 ettari a Olzai, ndr) è già invaso da cavallette appena nate, 20 giorni fa ho segnalato la schiusa ma non ci sono i nuovi mezzi per intervenire. Se la Regione non li mobilita entro 15 giorni qui sarà una catastrofe».
L’infezione di quest’anno si annuncia di proporzioni devastanti, ben più di quelle dell’anno scorso che già provocarono una vera e propria catastrofe: «Gli uomini di Forestas ci dicono che sono già invasi 160mila ettari di oltre 26 paesi della piana di Ottana, lo scorso anno erano 60mila. E parliamo di cavallette che ancora non volano, se non si interviene subito già a giugno arriveranno nei paesi di montagna e anche nelle nostre città».
L’allevatore lancia un disperato appello alla Regione, la task force diretta da Laore è insufficiente con i suoi 200 uomini e le decine di mezzi: «Poche persone e mezzi non adatti, anche perché qui non tutti i terreni sono praticabili con i mezzi ordinari. Bisogna dispiegare subito tutti i mezzi di Forestas a doppia trazione che arrivano dappertutto, attraversando ruscelli e terreni pietrosi e siglare le convenzioni con i privati che possano percorrere tutti gli angoli delle nostre aziende e spargere il disinfestante. Ma è urgente che la squadra venga potenziata in maniera rapida, perché se le cavallette arrivano a volare, siamo persi».
Come dicevamo Tonino Sollai è in ginocchio da 4 anni: «In questi terreni ho il mio pascolo naturale e a luglio posso contare sul fieno, ma da anni sono costretto a comprare il mangime perché le cavallette fanno fuori tutto. Sono cifre insostenibili: siamo in ginocchio e non abbiamo visto un euro di ristori».
Inoltre, chi deve intervenire «non lo fa mai in tempo, né con le arature in autunno quando si riesce a debellare meglio il fenomeno, né con la disinfestazione durante le schiuse». Sollai interpreta lo stato d’animo di tanti allevatori «molto arrabbiati, perché non è possibile continuare così».
«Inutile promettere, inutili le app che segnalano le schiuse se poi non si hanno squadre per arrivare nei terreni. Senza una riorganizzazione rapida di uomini e mezzi è la fine».
(Unioneonline/L)